Comunicazione & Forme



 

 

 

 

 

Il Racconto del Mese

<  Settembre 2005   >

 IN TUTTA COSCIENZA
Angela Battaglia

                    www.formedicomunicazione.com                               

IN TUTTA COSCIENZA



L'autrice di "In tutta coscienza"

"Pronto..."
- "Sono io".
"Oh che bella sorpresa!".
Il segreto delle sorprese è che non aspetti che arrivino sorprese. Quando qualcosa di piacevole arriva, senza averlo aspettato, è sempre una sorpresa.
Lei che non ha un nome, e che quando l'avrà sarà una sorpresa, rendeva costantemente conto delle sue azioni a un'altra lei che si chiama coscienza.
Lei e Coscienza vivevano a stretto contatto e si volevano bene. E, dal bene, non poteva nascere che del bene.
Hanno vissuto, Lei e Coscienza, rispettando il Prossimo, e procedendo d'amore e d'accordo: senza problematiche interiori e nella linearità, nella visibilità e nella chiarezza. Il che significava che le loro azioni potevano tranquillamente diventare conoscenza comune.
Tra loro due, Lei e Coscienza, non c'erano mai sorprese: una sapeva tutto dell'altra e viceversa. Quando volevano fare sorprese agli altri, loro due si mettevano d'accordo e agivano congiuntamente.
Qualche volta, Lei e Coscienza, erano in contrasto. Poi pazientemente, dopo aver analizzato, cercavano i chiarimenti, li trovavano, si davano le motivazioni, accettavano, fino a riprendere il loro punto d'incontro. Era importante per loro due stare bene insieme per proiettare, questo "bene" all'esterno. Così, lei e Coscienza, si promisero di non lasciarsi mai.
Lavorare era in tutta coscienza, contraddire era in tutta coscienza, dissentire era in tutta coscienza, sbagliare era in tutta coscienza, riparare agli errori era in tutta coscienza. Incassare i colpi bassi era in tutta coscienza. Restituire i colpi bassi era in tutta coscienza. Gioire era in tutta coscienza.
"Com'è bello non aspettarsi niente!", diceva Lei a Coscienza. E Coscienza annuiva:
"Hai proprio ragione: noi due, non ci aspettiamo niente. E soprattutto non pretendiamo niente. Quando qualcosa arriva, sia di positivo che di negativo, noi due ci consultiamo e ci comportiamo, alla luce del sole, di conseguenza".
"Com'è bello uscire, alla luce del sole, e andare in giro..."
"Piace anche a me. Ma devi avere un pò di pazienza. Perchè io - puntualizzò Lei a Coscienza -, non essendo astratta, diversamente da te che sei astratta, devo sostituire la camicia da notte con un vestito adatto per l'esterno".
"Hai ragione - disse Coscienza -. La coscienza non è visibile. Però, ammettilo, è molto bello essere in armonia con se stessi dando conto, appunto, a ciò che non si vede, ma che esiste, e che si chiama coscienza".
"Sei talmente importante - disse Lei a Coscienza, volendola fare inorgoglire - che su di te è stato svolto uno studio scientifico da uno psichiatra e da un sociologo. Questi studiosi hanno stabilito che - continuò Lei - ci sono alcuni livelli di coscienza e diversi stadi. Prendendo in considerazione il comportamento in ambito lavorativo, ci sono dipendenti che cercano di sbrigare i compiti assegnati guadagnandosi lo stipendio e che sono la grande maggioranza, e, diversamente, altri, per fortuna pochi, che si danno da fare soltanto in presenza del loro datore di lavoro o capo. Da questo studio è emerso anche che ci siano persone adulte che sono rimaste a uno stadio di coscienza minimo, infantile. Il discorso per capire è il seguente: io rubo la marmellata. Fintanto che la mamma non mi vede è come se io non avessi rubato la marmellata. Oppure: io tradisco e faccio i miei comodi; fintanto che non vengo scoperto-scoperta è come se non avessi tradito e mi comporto come se non stessi tradendo. In quest'ultima categoria sono inclusi i bugiardi".
"I bugiardi, che sono anche sciocchi perchè la verità arriva da più fonti e quando meno te l'aspetti, non mi sono mai piaciuti!". Disse Coscienza a Lei.
E si trovarono, in tutta coscienza, d'accordo.

Angela Battaglia