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Il Posto delle Luci - Racconto di Giuseppe Vecchioni

Settembre 2004    >

Il Posto delle Luci

Giuseppe Vecchioni

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Il Posto delle Luci


Le luci brillavano intorno a lui; piccole, pulsanti, talune tenui e distanti altre più vivide, di un freddo azzurro o rosse e roventi.
Da sempre ne aveva subito il fascino ed ora gli danzavano intorno.
Il posto delle luci era più grande di quanto avesse mai potuto immaginare ed i suoi occhi riuscivano a fatica a scrutarne gli angoli.
Le luci.. Fluttuavano frenetiche, mutavano continuamente. Si spegnevano solitarie ai margini. Si inseguivano in geometrie complesse con moti vorticosi. Cadevano veloci e si consumavano.
Le sue mani, piccole e paffute, si protendevano ad inseguirle nelle folli traiettorie e le luci si ritraevano e fuggivano, collidevano generando lampi vividi e fugaci.

Lo aveva cercato sempre più spazientita ed ora cominciava a preoccuparsi. Il suo lettino era vuoto e nessuna traccia di lui nella stanza. I molti giocattoli sparsi sul pavimento.
Quel bimbo le dava un gran da fare, ma solitamente non oltrepassava la soglia della stanza, almeno non da solo. Ancora malfermo sulle gambe non poteva essere andato lontano. Si era sicuramente nascosto da qualche parte. E la casa era grande.
Per il momento non era il caso di allarmare i suoi padroni. Lo avrebbe cercato ancora, a costo di rivoltare stanza per stanza.

Le luci più brillanti sfolgoravano nel centro, lontane e troppo in alto, irraggiungibili. Si muovevano lentamente, raggruppate a formare grandi globi luminosi. Lasciavano sottili scie di pulviscolo luminescente. Talvolta nel centro dei globi si formavano macchie di nero profondo in cui precipitavano le luci più vicine, spegnendosi all’istante.
Con fatica era riuscito a sollevarsi sulle gambe ed ora spingeva sulle punte dei piedi nel tentativo di afferrare i globi più vicini con le mani incerte.
Si sorprese nel vedere che alcuni dei globi adesso gli venivano incontro e che intorno alla sua mano si era creato un vortice luminescente che si allungava a guisa di cono lungo il suo braccio. Le luci gli correvano incontro e se ne lasciavano avvinghiare. La sua meraviglia si aprì in un largo sorriso.

I suoi padroni non erano cattivi, ma sicuramente severi: doveva trovare la piccola peste prima del loro ritorno.
Era in quella casa da molto tempo, da sempre, forse c’era nata, e si trovava bene. Certo la nascita del piccolo le aveva creato qualche problema, ma niente di più.
Aveva svolto finora con la massima cura i compiti assegnati e non voleva venire meno neanche stavolta.
Non poteva essere andato lontano.. Continuava a ripeterselo mentre frugava in ogni angolo della grande casa. Doveva aver trovato un nascondiglio e adesso se la rideva… Oppure era in pericolo! Questa idea la scosse nel profondo facendola rabbrividire. Non osava neanche immaginare le conseguenze se qualcosa fosse accaduta al figlio di un eterno. Accantonò quei pensieri: cosa poteva mai accadere ad un eterno?
Riprese il controllo dei suoi pensieri e si chinò, faccia a terra, per guardare sotto alla massiccia consolle. Nessuna traccia neanche lì.
Aveva cercato dappertutto. Prese il comunicatore; non le restava altro che avvertire i suoi padroni.

L’imbuto di luce cresceva continuamente e le luci correvano ad alimentarlo senza sosta. Giungevano da ogni angolo.
La sua mano ed il braccio ne erano completamente avvolti ed ora avvertiva un leggero pizzicore.
Ritrasse a se il braccio, ma il cono si allungò assecondando il suo movimento. Adesso lo pungevano mille spilli.
Il sorriso si spense sul suo volto paffuto lasciando il posto dapprima allo stupore, poi alla paura. La sua bocca si contrasse per poi aprirsi repentinamente mentre un urlo gli saliva dal profondo.

Il dito si irrigidì sul pulsante del comunicatore quando avvertì lo strillo provenire al di là della consolle. Gli corse incontro con la mente in tumulto. La stanza delle luci. Quello era il posto proibito. Solo il padrone ne aveva l’accesso.
La grande porta era socchiusa. Dapprima sporse solo il capo, poi, vinta ogni remora, ne varcò la soglia.
Le luci turbinavano impazzite, saltavano da un capo all’altro della stanza e terminavano veloci in una grande, sfavillante, cornucopia.
Il bambino ne era avvolto per gran parte.
Si precipitò senza pensare verso di lui, incurante delle fitte che avvertiva su tutto il corpo. Lo afferrò per il braccio libero e lo trasse con tutto l’impeto di cui era capace. Il vortice luminoso li seguì per un lungo tratto allungando il suo corno, ma infine lasciò la presa e fluttuando vicino al pavimento si concentrò nella sua opera di distruzione.

Accostò con violenza il battente dietro di se e scivolò a terra con il bambino al sicuro tra le sue braccia. Attese che il suo cuore rallentasse i battiti; inspirò profondamente e prese a controllare che il bimbo non avesse riportato danni. Stava bene ed il sorriso era tornato sul suo volto.
Non restava che aspettare il ritorno dei padroni e questo le procurava una certa preoccupazione. Sospirò mentre si avviava verso la stanza del bambino.

Osservatorio Astronomico di Palo Pinto
12 Febbraio 2023
Al Consesso Astrofisico Internazionale.
Oggetto: Oscillazione dei flussi quantici.
Recenti rilevazioni ci inducono a pensare che vi siano importanti variazioni nel processo di espansione dell’universo secondo la teoria del Big Bang. Se i dati verranno confermati è lecito pensare che sia iniziato il processo di contrazione.
Seguiranno al più presto ulteriori dettagli.

Osservatorio Intergalattico di Alegna
12 Febbraio 45323 Tempo Terrestre
Al Consiglio Astrofisico Terrestre
Oggetto: Distorsione del continuum spazio-tempo.
Tutti i nostri dati indicano la presenza di un vortice spazio temporale nel quadrante 52B12E573. Alcune galassie sono state inghiottite dal vortice e non riceviamo segnali di risposta dall’Osservatorio degli Adnil nella galassia di Xam.
Temiamo che l’intero universo possa venire inghiottito dal vortice.
Seguiranno ulteriori dettagli??

 

 

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