Uno dei miei primi amori
Uno dei miei primi amori si chiama Calabria.
E’ questa la terra di casa nostra, sommersa in orizzonti quasi leggendari del mezzogiorno.
Un viaggio che coglie l’attimo mutevole di ambienti naturalistici che la regione del nostro continente possa richiamare.
Come richiamo dei boschi della Sila, cosi come il fascino dell’Aspromonte, riflettono il cuore della nostra area mediterranea.
Questa terra antica merita un futuro ricco di natura e di vita dando spazio al patrimonio artistico-culturale che rappresenta la migliore carta nell’Europa di domani.
Ma il cammino da compiere è ancora lungo e difficile, e le battaglie per difendere monti e vallate, animali e piante non sono davvero finite.
Tutto questo vale a dire ancor di più in una regione come la Calabria il cui patrimonio naturale è indelebilmente segnato da oltre duemila anni di distruzione e dove parlare di conservazione di una natura considerata amica, potrebbe suonare grottesco.
Anche attraverso pratiche turistiche si riesce a trasformare una semplice vacanza in sorprendente viaggio di scoperta e nello stesso tempo contribuire a fare del futuro di una rassegnata e povera comunità, un bell‘avvenire.
Da punto di vista del paesaggio agrario, alcune trasformazioni condussero ad un assetto produttivo del territorio che si è protratto inalterato fino alla metà di questo secolo: gli agrumeti, principale selva un tempo perduta, ma che oggi rientra tra i primi posti, dà origine ad uno sviluppo davvero promettente.
Emergono le frammentazioni delle aziende agricole che ne fanno la seconda produttrice nazionale di arance. Produce, inoltre, la quasi totalità di bergamotto e di gelsomino.
Tra i numerosi vantaggi spicca l’arte culinaria, gradita per le deliziose specialità tipiche calabresi. Una genuinità di sapori che la regione Calabria, tra i miei primi amori, offre a tutti.
Vincenza De Girolamo