Il sapore dei mandorli in fiore
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La radio diffondeva soffusamente una musica swing sincopata ma rilassante mentre Roberta stava leggendo un libro sulle teorie antropologiche relative al popolo Incas, seduta sul balconcino di casa affacciato al mare blu del suo paese Sospese l’attenta concentrazione verso l’interessante testo per ascoltare, a tutto tondo, le note che le giungevano dall’apparecchio stereo, e che invasero, dolcemente, la memoria, risvegliandole, subito, un profondo ma indelebile ricordo. Rivide Clark seduto di fronte a lei in quel bistrot di Parigi, cinque anni prima, a Montmartre, dopo la visita al Louvre. Clark sorseggiava una bibita rinfrescante, poiché quel giorno di giugno il cielo era molto clemente, e il sole parigino si faceva sentire. Lo aveva incontrato al Louvre, davanti al quadro di Monna Lisa, e la sua personalità spiccava dal gruppo di visitatori, attenti alle spiegazioni della guida. Lui era poco distante dal gruppo, e sembrava ammirare l’enigmatico sorriso della figura ritratta, impresso dalla geniale mano leonardesca, con un interesse particolare. Clark era, com’è solito dire concisamente, un bell’uomo. Sicuramente superava il metro e ottanta centimetri, moro, dal fisico prestante ma, soprattutto, era simpatico a fior di pelle. Roberta ne fu subito attratta. Con una banale scusa, cercò il colloquio. Egli si mostrò affabile, disponibile, e la fulva Roberta continuò lo scambio verbale chiedendo altre informazioni sul genio di Leonardo, del quale Clark mostrava una vasta conoscenza. Così, conversando, si trovarono all’uscita del famoso museo, uno a fianco all’altra. Ci fu, da parte di lui, il classico invito a bere qualcosa insieme... e Roberta si trovò al tavolino di un bistrot, appunto, a Montmartre, con l’occasionale conoscenza avvenuta al Louvre. Roberta sorseggiava un caffè francese ... che nulla aveva a che fare con quello che beveva, solitamente, seduta ad un tavolino in un piccolo bar situato sulla spiaggia del suo paese. Quello francese era un caffè di tutt’altro sapore. Ma gli occhi blu intenso di Clark gli ricordavano quel mare. La conversazione verteva sulle arti del Rinascimento italiano e la loro esplosione artistica nella cultura di allora, e le ripercussioni promulgatesi fino ai nostri giorni. Roberta, docente di Storia dell’Arte, scopriva, man mano che la conversazione proseguiva, molte affinità elettive con Clark che, sorridendo affabilmente, le confessò che era solamente un appassionato d’arte, e che la sua vita era tutt’altro. Si occupava di management presso una grande multinazionale, ed era in Europa per tale scopo. Ad un tratto, Roberta ricevette, molto graziosamente, un invito a cena per la sera, al quale non seppe dire di no. Ripensandoci ora, rammentò che lo desiderava.
Uscì dall’albergo dove alloggiava da una settimana, in Rue La Fayette e, con un taxi raggiunse il luogo dell’appuntamento in Saint Germain des Prés, quartiere aristocratico, studentesco e popolare nello stesso tempo, con un passato illustre e con un’atmosfera ancora medioevale. Il ristorantino era tipicamente francese, con tavoli “vestiti” di tovaglie a quadrotti bianchi e rossi, come le tendine alle finestre. Clark era nell’attesa, e sorseggiava un aperitivo al banco bar. Quando la vide entrare le andò incontro; alla stretta di mano seguì un inatteso, ma gradito, bacio sulla guancia di Roberta che, così, al momento, non le spiacque, anzi. Il menù lo scelse lui, e sembrava se ne intendesse di cucina francese, poiché Roberta ne fu soddisfatta, gradendo molto le scelte fatte dall’occasionale ospite. Durante la cena, lei, si perdeva negli occhi color blu marino, che le ricordavano il mare natio. E venne il momento, forse già scontato: l’invito a trascorrere la notte insieme. Non rispose verbalmente, ma fissò a lungo e profondamente il blu di quel “mare”così profondo.
Roberta uscì dalla toilette e s’avvicinò al letto dove Clark l’attendeva... dopo qualche tempo, il mare blu era lì accanto a lei, e il profumo dei mandorli si diffuse in tutto l’ambiente; i mandorli in fiore che, nella sua terra, la Sicilia, hanno una fragranza particolare, soprattutto se coltivati in vista del mare, blu, come gli occhi di Clark.
La musica era terminata, e la radio trasmetteva una rubrica dedicata al sociale. Roberta si riprese, tornando al quotidiano; diede uno sguardo dalla finestra e vide che il mare, quel giorno, era di un blu intenso. Riaprì il libro e lesse: “ ...gli Incas erano un popolo che...”. Erano trascorsi cinque anni dal ricordo rivissuto, cinque anni da quell’avventura parigina che sapeva di mandorli in fiore di Sicilia.
Gianpiero Dèlmati
Mare blu