Raccontino di Mezzanotte
Lui era lì, seduto in cucina. Aspirava il fumo azzurrognolo di una sigaretta... alla quale aveva tentato di fare la guerra per eliminarne il vizio, ma inutilmente. Aspirò l’ultima boccata, gettò il mozzicone spento nell’apposito recipiente per la raccolta differenziata: lui viveva in città! L’atterraggio del filtro al carbone attivo fu morbido, poiché s’adagiò su altri suoi confratelli: trenta. Lui pensò “... forse ho fumato troppo questa sera.”La colpa l’imputò all’attesa di una telefonata promessa, forse sperata, che attendeva fin da oltre tre ore: una voce femminile che avrebbe potuto alleviare la sua ansia, la sua trepidazione; forse di più, avrebbe dato speranza al suo divenire prossimo, ad un afflato di cuore che tanto bramava. Ma il telefono non squillò in nessuno dei minuti che compongono tre ore d’attesa.
... “non fumo più”, pensò lui. Guardò l’orologio elettrico appeso in cucina, accanto ad un piatto del ricordo preso in qualche ristorante, in un luogo qualsiasi, in un tempo qualsiasi, lontano nella memoria. Le lancette segnavano la mezzanotte. S’alzò, guardò dalla finestra, scostando le tende vide che la neve scendeva soffice, intensa, illuminata dal chiarore di un lampione, e s’accorse che i rumori della città erano ovattati dalla “bianca signora”; uno strano silenzio s’impose alle sue orecchie. Era bella la neve! Distolse lo sguardo dai vetri, guardò di nuovo l’orologio: ancora mezzanotte... e uno strano silenzio s’impose... nel cuore. Accese un’altra sigaretta e pensò...”domani smetterò! forse.Giampiero Dèlmati