PENNELLI E COLORI -
Lei
non aveva i pennelli, e neanche i colori: per farsi un senso di orientamento.
E così, senza pennelli e nè colori, e senza il senso dell'orientamento,
rimase seduta al tavolino all'aperto del bar a guardare le persone che passavano.
Poi prese a leggere, e poi, dopo un altro poi si mise a correggere un racconto-ranocchietta
dove la punteggiatura era tutto il contrario della sua punteggiatura.
"Lagos - pensava lei - ha la punteggiatura uguale alla mia punteggiatura".
Quando leggeva le novelle scritte da Lagos, lei ne rimaneva affascinata. Le
situazioni inventate dal Nulla ne uscivano con immagini e colori. Lagos aveva
dalla sua i pennelli, e aveva anche, dalla sua, i colori. E, aveva Lagos, il
senso dell'orientamento; e lei seguiva lui, fiduciosa e sicura di quel senso
di orientamento.
Aveva chiesto lei, a una passante, dove si trovasse la rotonda Rotondina. Lì
avrebbe raggiunto Lagos. Ma poi cambiò idea e volle fare la pigra che
si impigra.
Si gustava, lei, quell'insolito fare niente. Ci stava prendendo gusto. E dopo
un pò la raggiunse Lagos.
Il seguito, nel seguito, c'è sicurezza, tranquillità, gioia, nello
stare bene insieme. Ci sono le parole parlate. E ci sono le risate. Ci sono
la naturalezza e la spontaneità, e c'è il tempo che passa per
fatti suoi e di cui nessuno dei due lo nota, il tempo che passa per fatti suoi.
Un rapporto e una comunicativa serena, naturale e gioiosa dove niente sfuggiva,
all'infuori del tempo.
A lei non era sfuggito che Lagos, al telefono, nel puntualizzare l'orario d'inizio
della cerimonia alla rotonda Rotondina voleva, senza troppo osare, suggerire,
a metà, lo spostamento del programma. Non osava per via di quel senso,
non senso, d'orientamento, non orientamento, di lei.
Intesa. Ci si intendeva, lei e Lagos, anche a metà. Ovvero si recepivano
vicendevolmente le cose non dette: con armonia, senza fatica; a metà,
a tre quarti e complete. Era, il loro, un mondo scorrevole e senza ostacoli
discorsivi da evitare. Qualcuno però sì. Qualche discorso bisognava
evitarlo: ma senza troppi problemi, perchè, tanto, il problema, se aveva
voglia di venire fuori veniva, e si parlava anche del problema-non problema.
Lui l'aveva imbrogliata su sotterfugi sotterfugeschi che poi lui stesso faceva
venire a galla. Ma quegli imbrogli erano belli, allo stesso modo dei non imbrogli-verità.
Quando alla base c'è il bene, tutte le cose che arrivano sono di bene.
A lei di Lagos piaceva tutto; completamente tutto; anche nei difetti. Ma, Lagos,
aveva, poi, difetti? e, aveva, nei suoi confronti, dei difetti?
Lagos amava per lei le sorprese, e le faceva le sorprese, per guardare come
lei era sorpresa: e lei in effetti era sorpresa.
Il segreto di lei che si sorprendeva delle sorprese, e che a volte intuiva le
sorprese, ma che ad intuire le sorprese non significa conoscere le sorprese,
stava racchiuso nel suo modo d'essere. E com'è questo modo di essere?:
non lo sapeva neanche lei. Sapeva di non sapere, ed era sempre pronta ad imparare;
e viveva di sentimenti; tutti, i sentimenti: affetto, amore, amicizia, dispetto...
Caspita se era dispettosa! E perchè si parla, al, passato?
Lei che si "chiama" Lei, c'è, ed esiste; anche se non ha un
nome. Esiste a tal punto, che adesso se ne andrà a letto.
Prontamente Lagos, per farle una sorpresa, disegna, e dipinge: cuscino, materasso,
lenzuola e coperta.
Ilma Serra