Pubblicato su Edizione Cartacea di "Mondonapoli" del 7 febbraio 2005
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Calcio : Il Nuovo Napoli
La Rivoluzione di Gennaio
Il Presidente non ha badato a spese, mettendo a disposizione di Reja una squadra completamente rinnovata.
Dovevano essere fuochi pirotecnici e fuochi pirotecnici sono stati. Dieci acquisti, otto cessioni (contando la toccata e fuga di Gautieri) con circa quattro milioni spesi; sono questi i numeri della rivoluzione di gennaio fortemente voluta dal dg Marino e da De Laurentiis.
Quel Napoli senza gioco, senza personalità e, soprattutto, senza risultati non andava proprio giù ai vertici societari.
Il presidente non ci ha pensato su due volte e ha dato carta bianca al suo factotum: "eccoti il libretto degli assegni, spendi come meglio credi, ma rendi la squadra vincente."
E Marino ha dato il massimo, andando ad acquistare, con oculatezza, le prime scelte che il mercato di riparazione offrisse.
Ecco allora i vari Calaiò, Fontana, Consonni, Capparella....etc etc...
Ma, si sa, un buon equipaggio senza un comandante adatto non va da nessuna parte ed infatti la squadra seguitava a naufragare di campo in campo rischiando di finire, definitivamente, contro gli scogli.
Non restava altro da fare che cambiare l'allenatore: addio Ventura, avanti Reja.
La filosofia del nuovo tecnico è stata subito spiccia e molto chiara: difesa coperta e gioco in verticale perchè con quei tre là davanti i gol arrivano per forza.
Ed i gol sono puntualmente arrivati. Addirittura sette in due gare; cose d'altri tempi.
I cambiamenti sono stati immediati ed hanno coinvolto tutti i reparti. Via il 3-5-2, avanti con il 4-3-3.
Il primo avvicendamento ha toccato il portiere con Belardi che ha preso la via di Modena e Renard che ha fatto il tragitto inverso.
Il custode della porta azzura non è, però, il nuovo arrivato ma quel Gianello che si è sempre contraddistinto per professionalità e grinta anche quando non giocava.
Questo cambio è stato importante per l'intera difesa che ne ha guadagnato in sicurezza, potendo contare, alle sue spalle, su un portiere affidabile e dotato di carisma.
Già, il carisma. Si diceva che la squadra avesse bisogno di uomini guida che trainassero il resto del gruppo, persone che si caricassero sul groppone gli oneri e gli onori di questa gloriosa maglia. Ecco il primo, era sotto il naso di tutti, pronto in casa.
La difesa era una delle note meno negative, Scarlato ed Ignoffo erano e sono una garanzia ma alcuni gol facevano storcere il naso per la facilità con cui venivano presi.
Via allora la linea a tre che richiedeva automatismi perfetti tra i reparti, avanti quella a quattro che assicura una maggior copertura e richiede movimenti più semplici e facilmente assimilabili.
Non è cambiata la coppia centrale: Ignoffo è il marcatore classico, capitan Scarlato il regista difensivo abile a tappare i buchi e a far ripartire la manovra, potendo disporre di piedi sensibili e di una visione di gioco da ex centrocampista. Sono invece cambiati gli interpreti sulle fasce laterali; non più Terzi e Mora ma Grava e Bonomi.
Le corsie esterne non erano sfruttate a dovere, mai una sovrapposizione e un cross dal fondo. Se a destra il problema era puramente di uomini, a sinistra Reja ha stupito tutti mandando in panchina lo stacanovista Mora e, rispolverando dalla stessa, il desaparecido Bonomi.
Qui i frutti devono ancora vedersi anche se contro il Lanciano il neoarrivato Grava ha offerto una buona prestazione andando a conquistarsi, con una sovrapposizione, la punizione che Fontana avrebbe pennellato sulla testa di Scarlato per il momentaneo 3-1. Non è molto ma, di questi tempi, è sicuramente un inizio. Affiatamento e risultati vanno di pari passo, non ci resta che aspettare.
Il centrocampo, si sa, è il motore della squadra, se gira va tutto bene ma se inizia a balbettare la macchina si ingolfa.
Ventura richiedeva grande possesso di palla, un fraseggio fatto di continui passaggi che avrebbe dovuto condurre dritti in porta; niente di più sbagliato.
Questo gioco stile Real non è applicabile in serie C dove la fanno da padrona la corsa e l'agonismo ed infatti l'idea dell' ex allenatore è naufragata miseramente per lasciar spazio a lanci lunghi in direzione di Sosa e Varricchio che avrebbero dovuto, non si sa come, tramutarli in azioni gol.
A parziale discolpa di Ventura si potrebbe dire che mancavano uomini di qualità ed abbondavano invece gli incontristi ma non faremmo che peggiorarne la posizione.
Il perchè è presto detto. I vari Montervino, Montesanto, Corrent e Gatti sono degli ottimi recuperatori di palloni mentre latitano in fase di costruzione, quindi era impossibile chiedere loro quel tipo di gioco. Si doveva avere l'umiltà di capire che l'unica strada percorribile, in attesa dei rinforzi, era di calarsi nella mentalità della categoria e combattere col coltello tra i denti, lasciando perdere i tocchetti e quel logorante possesso palla.
Reja lo ha capito subito. Una volta bloccata la difesa bisognava trovare il giusto equilibrio tra quest'ultima e l'attacco.
Ecco pronto il centrocampo a tre. Fontana è il maestro d'orchestra che mancava, l'uomo d'ordine che deve dettare i tempi e prendersi quelle responsabilità che solo un capo carismatico sa prendersi. Il San Paolo fa tremare la gambe? Lui è la persona giusta, la grande platea lo esalta, non lo intimorisce.
La qualità serve, eccome se serve, ma ci vogliono anche i giocatori che fanno la legna, quelli che corrono per due e pure per tre, se necessario.
Il nuovo mister ha deciso di puntare su Montervino da subito, sistemandolo alla destra del playmaker. I molti scettici hanno dovuto ricredersi poiché la mossa è stata azzeccata.
L'ex Ancona è un moto perpetuo che va a mordere le caviglie di tutti gli avversari che capitano dalle sue parti, recuperando un gran numero di palloni. Pazienza se poi litiga col pallone tra i piedi, non è quello il suo compito.
Alla sinistra di Fontana si giocano una maglia Corrent e il nuovo acquisto Consonni.
Proprio l'ex Spal sembra aver guadagnato punti sul primo nel borsino dell'allenatore, sapendo abbinare ottimamente la fase difensiva a quella offensiva.
Per questo motivo Reja gli chiede qualcosa in più del semplice lavoro di copertura. Consonni può, anzi deve, inserirsi spesso dietro le punte e sfruttare le sue qualità fisiche oltre che tecniche, esattamente come nell'ultimo incontro.
Corrent è più simile a Montervino ma tornerà sicuramente utile, al pari di Montesanto, in particolari situazioni, quando bisognerà gettare il cuore oltre l'ostacolo e non badare allo stile per portare a casa la vittoria.
Infine l'attacco.
Quei tre là davanti che faranno sempre qualche gol (parola di Reja) sono: Calaiò, Inacio e l'ultimo arrivato Capparella con Sosa ed Abate pronti a subentrare.
Un trio che ricorda molto quello del Cagliari dell'ultima stagione. Bocciato Berrettoni e prestati Pozzi e Varricchio, si è deciso di prendere il meglio.
Gli stenti della prima parte di stagione e le facili occasioni buttate al vento dovrebbero diventare solo un brutto ricordo.
Reja chiede ai due esterni di attaccare gli spazi e di convergere verso il centro per tentare la conclusione, altrimenti il povero Calaiò resterebbe solo e diventerebbe una facile preda dei difensori avversari.
Le palle lunghe alla Ventura sono vietate, quando ci sono degli attaccanti rapidi e tecnici bisogna cercare il fraseggio in velocità e liberare la fantasia perché, con quei tre là davanti, qualche gol lo faremo sempre.
Mario Fortunato