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Il Racconto del Mese

<  Maggio 2005   >

 SICILIA - Ristoranti di strada

Agosto 1993
 

Angela Battaglia

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SICILIA- Ristoranti di strada
 

18 Agosto 1993

II° pubblicazione maggio 2005


 

Forse era un picciotto. Aveva tre anelli d'oro alla mano sinistra, uno accanto all'altro. Il viso aperto e sorridente; gentile, generoso. Ma non era un gagà. I vestiti umili, ordinari...

Presi dal suo piatto un pezzetto di trippa grigliata, tirata prioritariamente per Lui che era contornato da amici, dal barbecu, da un venditore da strada. Sicilia, antica, arsa e misteriosa. Dal cuore grande, tanto da poter offrire tutto intero il poco che si possiede al primo sconosciuto che si presenta davanti.

Io optai per il tipo lessato e offrii a mia volta. Del gruppo, e dopo molta insistenza, accettò soltanto lui: Turi o Vincenzo?
Non so, il nome non conta.
Si intuiva invece, né convinzione e neppure indole o natura, ma tanta disavventura.

Intanto i due cuochi, uno al pentolone e l'altro al barbecu, procedevano a servire con gentilezza e solerzia i numerosi clienti, tutti di serie economica, disposti a semicerchio. .
Un piatto di frattaglie fumanti, tagliate a pezzettini e condite con succo di limone: duemila e cinquecento lire.
La Sicilia dalle improvvisazioni si dava da fare. Agiva alla disoccupazione e inventava un'attività usando materia prima di poco costo.

Più avanti, lasciato però da un bel po' alle spalle il porto di Palermo, sul lato opposto, a sinistra del marciapiede, una sporta di ricci. Quaranta per diecimila lire. Ordinai metà razione dimentica dell'ecologia e incuriosita dalla maestria dei tagli rapidi e veloci. Le uova dei ricci femmina sapevano di caviale norvegese. Anche qui, due, e soci in affare: dal mare al consumatore di passaggio. Mentre i due giovani continuavano a tagliare, superandomi abbondantemente nella gara a chi finiva prima, io a mangiare e loro a tagliare, mi accorsi che poi, non tenevano il “conto”.

Il Meridione d'Italia, come avrei dovuto prevedere, non è attaccato all'esatta contabilità.
Basta, mi arresi. Ma mi piacquero le spiegazioni per distinguere i maschi, "masculini" con spine spesse e lunghe, dalle femmine dagli aculei di più ridotte dimensioni.

Il cesto da pesca, preso per essere mostrato, dalla loro automobile, completò la lezione: un coltello per staccare i ricci dagli scogli, e poi dentro, catturati. Questi ed altri dialoghi di gente operosa e ricca interiormente, affascinavano.
Sicilia di strada, la gente, le case, le loro storie, le favole.

Un misto di emozioni nuove per chi vive per tutto l'inverno insieme alla nebbia, alla neve del Nord, agli Atenei altisonanti da osservare per poi informare; o agli istituti di ricovero e cura dai budget finanziari mai sufficienti; o, alla civiltà, della catena di montaggio, con le ferie, ancora per fortuna, assicurate.
 

 

Angela Battaglia