Luglio 2005
L'OPINIONE opinabile - Terminato in Italia il servizio militare di Leva
di Gianpiero Dèlmati
L’opinione opinabile
Terminato, in Italia, il servizio obbligatorio militare…
Con questo, la mia opinione (naturalmente opinabile), verte sul fatto che ben venga l’abolizione della leva, e ben accetta l’idea, anzi la realizzazione di un esercito di professionisti volontari che, mi auguro, non serva mai più per difendere i confini dello Stato
Finito… il caporale, il sergente, il capitano… la guardia alla polveriera, la ramazza, la ronda, le marce e quant’altro il servizio obbligatorio, la chiamata alle armi, comportava, non c’è più. Una legge, di recente approvata, ha cancellato tale obbligo, con sollievo di molti giovani e… delle loro mamme. Certo, la leva militare era, ormai, ritenuta obsoleta, quantomeno poco giustificabile, data la situazione attuale delle cose in Occidente. Nel passato più remoto e in quello prossimo, uno Stato faceva conto sul servizio militare obbligatorio, basti ricordare che, durante l’impero romano, si poteva rimanere in servizio fino a sessant’anni, operando per l’eventuale difesa dell’urbe “caput mundi”. Certo, erano altri tempi, dove fare la guerra era un impegno giornaliero… necessario per la politica d’espansione e di egemonia, che dominava la mentalità politica di allora; ma oggi, è ritenuto più consono, per alcune Nazioni, avere un esercito di professionisti per impiegare in azioni d’origine più disparate, quantomeno per interventi umanitari, di soccorso alle popolazioni, e di pace. Niente in contrario. Ma, ritengo sia doveroso non dimenticare tutti quei soldati, di qualsiasi appartenenza fossero, e a qualunque credo appartenessero, che hanno dato i migliori anni della loro gioventù, fino all’estremo sacrificio, perché così “voleva” la loro Patria. Rimanendo in casa nostra, dal Risorgimento in poi, fino alla 2^ guerra mondiale, non si può misconoscere che, in gran parte, il senso del dovere e il sentimento di Patria, era diffusamente sentito dai ragazzi di leva, che adottavano valori ben diversi da quelli dei nostri giorni; anche se, oggi, si tende a criticare il passato, a rendere poco motivato quanto successo, non bisogna dimenticare che l’unità d’Italia si deve a quei ragazzi di leva o no, che credevano in nobili ideali. Nelle due guerre mondiali del XX secolo, ci furono milioni di morti… sicuramente una gran bestialità umana, figlia dei tempi che, fortunatamente, sembrano essere cambiati, almeno in quel senso. Con questo, la mia opinione (naturalmente opinabile), verte sul fatto che ben venga l’abolizione della leva, e ben accetta l’idea, anzi la realizzazione di un esercito di professionisti volontari che, mi auguro, non serva mai più per difendere i confini dello Stato o al servizio di manie d’espansione, ma siano impiegati a fini più internazionali di collaborazione e solidarietà, con un’ottica sempre più vasta che possa portare, nel prossimo futuro, ad unioni di Stati tesi un’armonia universale di pace. Però, non dimentichiamo i sacrifici, le medaglie al merito, alla memoria, le croci di guerra guadagnate sul campo di battaglia, e l’alto senso del dovere che ha pervaso gli animi dei cosiddetti soldati di leva.Gianpiero Dèlmati