Comunicazione & Forme



 

 

 

 

                    www.formedicomunicazione.com                               

 

 

PREMIO BRONZI DI RIACE

I Premiati 2004

Dicembre 2004

PREMIO BRONZI DI RIACE :

  I Premiati 2004

Cultura e Formazione

(Foto Studio Fotografico Sindona , Reggio Calabria). Didascalia foto da sinistra :

Pasquale Amato, Agazio Trombetta, Monsignor Juan Carlos Castellanos Ruiz, Pietro Larizza, Agostino Silipo, Giuseppe  Amaddeo, Italo Richichi, Teresa Munari,  Luciano Blasco, Anna Maria Martuccelli, Marcello Cardona, Pasquale Messina, Laura Palopoli Forlani,Tommaso Marvasi, Giuseppe Cogliandro, Caterina Cittadino, Niko Calia.


IL PREMIO BRONZI DI RIACE

In occasione del 30° anniversario dal loro ritrovamento, l’Associazione “Pro Loco Città di Reggio Calabria”, con in testa il suo presidente, Giuseppe Tripodi, ha inteso celebrare la magnificenza e la sontuosità dei Bronzi di Riace, attraverso l’indizione di un Premio che racchiudesse in esso  un nuovo modo di valorizzare e promuovere le risorse artistico- archeologiche di cui è ricca la nostra terra. L’intento dell’Associazione è quello di concentrare l’attenzione delle Istituzioni, ma anche dei semplici cittadini, sul vero elemento trainante dello sviluppo turistico dell’intera provincia reggina, teatro non di una, ma di tante storie che hanno segnato, col passare del tempo, il volto del nostro territorio.

Le vicende che hanno accompagnato la restaurazione e la conoscenza del patrimonio artistico- culturale racchiuso nelle due statue di bronzo, oggi custodite al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, ci insegnano che non bisogna mai abbassare la guardia, ma anche che la conoscenza e la valorizzazione delle due opere sono due aspetti fondamentali per il rilancio dell’immagine turistica della città dello Stretto.

Era l’estate del 1972. Stefano Mariottini, chimico romano con l'hobby delle immersioni, il 16 agosto, si tuffava nello Jonio a 300 metri dalla costa, in località Riace. A 8 metri di profondità notò un oggetto che spuntava dalla sabbia: sembrava la spalla di una statua. Denunciato l'avvistamento, il sub partecipò al recupero, insieme al Gruppo sommozzatori dei Carabinieri di Messina. Il 21 agosto riemersero dal mare addirittura due statue di due metri ciascuna, subito trasportate al Museo nazionale di Reggio Calabria.

L’eccezionalità del ritrovamento fu subito chiara, e le due statue furono trasportate a Firenze dove fu curato il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure, uno dei più specializzati laboratori di restauro del mondo. Nel 1980 furono esposte in una mostra, che ebbe un successo eccezionale.

Per la prima volta in Italia, dal dicembre 1980 al gennaio ‘81, settecentomila visitatori  si accalcarono per ammirare nel Museo archeologico di Firenze due capolavori di grande bellezza. Erano i favolosi Bronzi di Riace.

Le cronache riferiscono che ci furono addirittura svenimenti; si diceva che quelle statue, per antica magia, emanassero uno straordinario magnetismo capace di turbare e commuovere chi le guardava. Le due opere - datate tra il 460 e il 450 a.C., secondo gli archeologi - erano guerrieri millenari, con denti d'argento, labbra di rame rossiccio, occhi di avorio e calcare.

Rimasero a Firenze fino a quando il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, “ordinò” di portarli al Quirinale. E, nell’esposizione romana, dove, nella sala di venticinque metri per sette, i visitatori potevano rimanere solo per cinque minuti, conquistarono il pubblico. 

Queste opere erano destinate ad entrare nella memoria storica quali esaltanti esempi d'una concezione dell’arte a cui ha attinto a piene mani la nostra civiltà, che permea ancora il nostro modo di pensare: ed è per tale profonda affinità, per questo significato, che i Bronzi di Riace commuovono, suscitano emozione e stupore, soddisfacendo in parte la nostra insaziabile esigenza di perfezione e bellezza: <Ogni parte- fu detto- assume una congrua collocazione nell'equilibrio globale, ogni particolare è accordato con l'economia dell'insieme; i movimenti degli arti, del tronco e della testa, si armonizzano in una sincronia mirabile>.

Questo giudizio sembra suffragato dallo spontaneo successo che hanno conquistato tra gli esperti e tra la gente comune. C'è stato un plauso corale e un entusiasmo collettivo.

È da questo insieme di suggestioni e sentimenti che l’Associazione “Pro loco Città di Reggio Calabria” vuole ripartire per contribuire, attraverso il suo apporto, alla compiuta valorizzazione delle due statue. Lo vuol fare attraverso questo premio, non un mero e gratuito riconoscimento, ma un momento che ha come principale finalità il sentito apprezzamento a quei reggini che nella loro professione si sono saputi distinguere portando in alto il nome della nostra città.

Il Premio “Bronzi di Riace”, grazie alla caparbia e alla tenacia del suo presidente, che può contare su uno staff instancabile, è oggi giunto alla terza edizione, raccogliendo simpatie e attestati di stima. Se nel corso della prima edizione furono premiati i politici, nella seconda e terza edizione è toccato a diversi personaggi del management, dello spettacolo, della cultura, dello sport, del giornalismo, dell’editoria e del mondo religioso.

                                                                                                                                                                                      Il Premio Bronzi di Riace

Non a caso, nell’ultima edizione, svoltasi lo scorso novembre, quello del concetto e dell’ideale di Pace è stato il fil rouge che ha legato idealmente i vari personaggi che hanno meritato, per essersi distinti nella loro professione, la consegna del Premio. Tra di essi, nell’ottica della diffusione del messaggio di pace, va ricordato il premio assegnato al Maresciallo Capo della Scuola Allievi dei Carabinieri di Reggio Calabria, Giuseppe Amaddeo, che ha partecipato attivamente alla missione di pace dei nostri soldati a Nassiriya. Così come va ricordato il premio speciale consegnato al maestro Niko Calia, autore della bandiera “Pace nel Mondo”, nata in occasione della seconda edizione del Premio, quando, prendendo anche spunto dalla ufficiale deliberazione del Civico consesso reggino che ha dichiarato il comune di Reggio Calabria “Città per la pace”, si stabilì un significativo gemellaggio tra la città dello Stretto e quella di Egaleo (Atene), rappresentate dai due sindaci, rispettivamente Giuseppe Scopelliti e Dimitri Kalogeropoulos. Questa iniziativa, che ha visto persino la consegna della bandiera “Pace nel Mondo” a Sua Santità Giovanni Paolo II, è culminata con la firma della “Tregua Olimpica” ha coinvolto diverse realtà comunali italiane, facendo giungere il messaggio di pace proprio alle Olimpiadi svoltesi la scorsa estate ad Atene.

 

Claudio Labate