Comunicazione & Forme



 

 

 

 

          Settembre 2007

OSMOSI - Opinione opinabile
di Gianpiero Dèlmati

 

Articoli e Servizi Particolari

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O S M O S I - Opinione opinabile
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Vuoi vedere che avevo ragione riguardo a quanto esternato in qualcheduna delle mie precedenti opinioni? Avevo scritto, tra l’altro, che la Politica del bel Paese sarebbe stata proposta da una compagnia che, per un certo verso, era paragonabile alle Compagnie teatrali della “Commedia dell’Arte”, dove dominava il canovaccio ... ed il resto era improvvisazione; il tutto, in ogni modo, non paragonabile minimamente a quella di stampo artistico, poiché l’attuale commedia dell’arte (leggi governo & C.), non possiede alcuna base da cui trarre né predisposizioni né, tanto meno, eccelle di doti naturali. Questa è, a mio parere, l’attuale realtà politica italiana. Insisto. Non si riscontra una classe dirigente all’altezza della situazione in cui si trova l’Italia. Vieppiù nei posti chiave. Proviamo a domandarci, e diamoci una risposta: governatori (... che parolona! perché non presidenti? Forse sminuisce il profile?) che non riescono a risolvere, ad esempio, unitamente a sindaci, quindi amministratori pubblici, questioni riguardanti lo smaltimento dei rifiuti cittadini (sic!), situazioni sanitarie locali discutibili, edilizia popolare sistematicamente in discussione, soluzioni definitive per i cosiddetti nomadi che nomadi non sono, giacché “animosamente” resi stanziali, ma ostinatamente chiamati nomadi. Problemi legati all’immigrazione, e quant’altro vogliamo aggiungere. Riguardo alla “ricerca” delle soluzioni che, in gran parte, sono affidate a consulenze esterne e/o a commissari nominati ad hoc... ma allora, questi “attori” che vestono abiti di sì grand’autorità e responsabilità (?!), a che servono?ah sì, ad aumentare i costi della politica - anzi, scusate, bisogna leggere: soldi dei cittadini - che, è verificato, è la più cara d’Europa. Ed ecco che il canovaccio è roba per veri artisti, e non per sprovveduti improvvisatori.
E ancora, perché ogni giorno si deve assistere a performance che altro non sono se non lo scaricare a vicenda il barile colmo di problemi che tutti annoverano, senza mai togliere il coperchio? Forse hanno paura che, parafrasando, succeda quel che accadde ad Ulisse con l’otre donatagli da Eolo, dio dei venti? Il bel Paese è alla frutta, e non c’è neppure il caffè a chiudere. I cittadini ne sono coscienti e, probabilmente, anche di più dei nostri governanti che giocano a ping- pong, e la pallina siamo noi. Si dice: “C’è la crisi della politica”. Ma, scusate, chi l’ha creata? Non certo noi semplici ed attivi, se pur sofferenti, cittadini. Si dice: “ c’è disaffezione alla politica”... non è, forse, l’allontanamento dalla passione per la politica, che personalmente appello come calo di attendibilità verso chi la propone e la pratica, sia dovuto anche all’incapacità d’attuazione e soluzione dei problemi da parte di chi la politica la fa?o no!? E le promesse elettorali dove sono finite? Sta di fatto che le “grandi idee” risolutive legate alle risposte che hanno un solo sostantivo: riforme, sbandierate antecedentemente alla presa del potere con faciloneria ma con ostentata sicurezza, stentano a prendere forma; probabilmente sono rilegate nell’”Iperuranio” platonico, di scolastica memoria. Ma come, si pensa di attrarre il cittadino fondando un nuovo partito (creando attriti fra i partiti al governo), e non si pensa che il cittadino non è sprovveduto, ed è cosciente che, se i fantini in sella sono sempre i medesimi (qualche volta anche arroganti), il “nuovo” sarà guidato dai medesimi alla stessa maniera dei vecchi simboli? Forse questo servirà per mantenersi in sella e basta?! E i costi, chi li paga? Ma le selle sembrano poche, e così l’entusiasmo iniziale che ha spronato questo “nuovo”, sta scemando giorno per giorno; ancora: con tutti i problemi urgenti che assillano il Paese, i nostri cari politici pensano al loro problema, quello dello scranno! Intanto noi paghiamo, e in soldoni. La gente sembra stufa di facciate, anche se apparentemente riverniciate. Lo ha recentemente dimostrato, alle urne e anche con fischi e manifestazioni. E’ ciò che sta dietro alle facciate che non convince più. Possibile che un’equazione così semplice è irrisolvibile, o meglio: non si vuole accettare da parte della classe politica dirigente? Penso che, ormai, il cittadino si sia fatta una propria idea in merito. Quanti palliativi e nessuna decisione decisa né condivisa; vieppiù, solo applaudita dagli stessi promulgatori. Un pò poco! E così, mettendo insieme tutto questo e altro, ecco che scaturisce la questione del Nord, oltre ad una disaffezione a certi partiti storici, un’astensione alquanto indicativa e altro ancora ... forse sono gli stessi politici, le loro facce, i loro discorsi, le promesse non mantenute o non in grado di mantenere (il che è peggio), le loro cartine di tornasole che non tornano più. Il riciclarsi, la cocciuta caccia al voto per conquistare una poltrona (ben pagata!), le sistemazioni ai cosiddetti “trombati”, inseriti in posti pubblici o, addirittura, in uffici opportunamente istituiti, a prescindere dalle competenze e dalle capacità oggettive che, per la maggior parte si ripercuotono, immancabilmente e negativamente, sulla società. E chi paga? Nelle tribune politiche e simili, i cittadini sono stufi di assistere a partite di ping-pong: “...ma io... ma tu ... ma loro...”. Basta, è ora di ammettere le proprie responsabilità, le proprie capacità (se ci sono, se no...). Non possiamo ascoltare il rappresentante del Governo annunciare, oggi, che “ il problema immigrazione riguarda tutta l’Europa, pertanto la coinvolge in toto”, e il giorno dopo o giù di lì, L’Europa ribatte che il problema riguarda solamente l’Italia. Delle due, una: o il President of Italy non conosce bene il Governo europeo, oppure l’improvvisazione è stata esternata senza consultare nemmeno il canovaccio, quindi, se uno non è artista di nascita, ne ricava, a mio parere, una certa magra figura. Ma, come succede giornalmente: transeat; e tutto finisce lì, in una “sparata” demagogica. Ebbene, personalmente, sono stufo di ascoltare verbi coniugati al futuro... remoto ( faremo, se... ridurremo, produrremo, saranno considerati... se però avverrà questo e quello e... fra quattro, cinque anni...( ma guarda, il tempo di una legislatura caparbiamente targettata giornalmente, pensione compresa!); no, voglio sentire fattive soluzioni al presente; voglio che si affronti il costo della politica, che va ridotto drasticamente, soprattutto nei numeri, nei benefit che hanno un costo rilevante per noi cittadini, nel clientelismo, nel togliere dal pubblico gli incapaci e gli incompetenti, esaminare il falso buonismo, l’ipocrisia di certi camaleonti che cambiano colore, perfino pelle, ma che rimangono sulla medesima sedia. Mi sovviene una delle ultime canzoni di Gaber: “... ma che cos’è la destra, che cos’è la sinistra?”
Qui ci vuole onestà morale, ci vuole coscienza; se queste qualità non si possiedono, allora ...
A mio parere, questa è la crisi della politica italiana: la mancanza reale d’osmosi tra cittadino e la classe politica. Ci vuole verità, trasparenza, sincerità e lealtà; valori molto forti e fondamentali.
Opinione opinabile?
Un’opinione è e rimane un’opinione, che avvalora la libertà d’espressione in un Paese libero e democratico.

Gianpiero Dèlmati