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        Maggio 2008

L'OPINIONE OPINABILE -

 

Articoli e Servizi Particolari

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Forse nel calamaio d’alcuni giornalisti c’è mancanza d’inchiostro

di Gianpiero Délmati


Ecco fatto. Abbiamo votato e conosciamo il risultato, frutto di un’espressione democratica che, personalmente mi appare corretta. I numeri computano e teorizzano un Governo stabile, non basato su consensi di stretta misura come il precedente che, alla fine è imploso.
Il nuovo Esecutivo è stato varato, e i Ministeri assegnati con tutti i loro titolari, con e senza portafoglio; il tutto in tempi molto brevi e non riscontrabili in altre legislature italiane. Ora tocca ai sottosegretari che, non di meno, rispecchieranno la geografia politica uscita dalle urne, quindi dall’espressione popolare. Ma questo è di dominio pubblico. In quest’opinione opinabile voglio fare una “striscia” sul modo di “accogliere” il nuovo Governo da parte d’alcune firme del giornalismo italiano, editorialisti e no. Penso che non sia né etico né deontologico, com’è stato fatto in alcuni casi, presentare i componenti dell’Esecutivo aggiungendo, ai dati indiscutibili ed oggettivi, attribuzioni improprie che vanno dai nomignoli alle frecciate ironiche… il tutto con sapore di cattivo gusto. Non mi sembra serio che un professionista della penna continui ad ignorare l’espressione popolare che ha deciso, e deciso con un certo “peso” di voti, di scegliere da chi farsi governare. In fattispecie: se ci sono new entry… non vanno bene, se sono vecchie conoscenze…non vanno bene; le donne… sono poche, e la quota rosa è bassa… Viepiù, tutto è riconducibile ad un “Cesare” che costruisce il suo impero galattico e, quindi, si contorna dei fedelissimi (?!). Inoltre, una tale era vestita così e l’altro cosà…Per favore, più serietà e maggior deontologia, senza omettere l’etica. Possibile che “grandi penne” si dedichino al gossip. Forse vuol significare che c’è carenza d’inchiostro? Questo modo di scrivere non mi sembra degno di torreggianti professionisti e, a parer mio, la maniera non è scevra da “contaminazioni” o, comunque, delinea un certo scadimento nel fare giornalismo. Oltretutto, e sicuramente, non favorisce il Paese, anzi. Vogliamo prendere coscienza che il “…si può fare” è stato clamorosamente sconfitto nelle urne; probabilmente il messaggio risultava incompleto, e molti lo hanno interpretato così: “…si potrebbe, ma non si può fare”. La democrazia è anche rispetto per chi ha vinto le elezioni, altresì, dignità nel comportamento e nelle esternazioni da parte di chi la sconfitta l’ha subita, non solo di persona, ma finanche ideologicamente poiché, ripeto, tale risultato è espressione popolare. La democrazia è volontà di popolo. Ergo, stiamo attenti, poiché scrivendo ed esternando in determinato modo, si offende chi ha consegnato la responsabilità di governare, responsabilizzandosi a sua volta. Non vorrei che tutto questo sia sinonimo di un continùum relativo ad una politica strisciante e tendente a mantenere viva una certa “ostilità” traducibile in astio, confinante con il rancore. Giudicare a priori non è costruttivo, come non lo è l’effimero. Giudicare sui fatti, questo è doveroso e democratico. Pertanto, scrivere che questi che sono ora al potere vogliono impossessarsi di tutte le alte cariche dello Stato… vuol dire far finta di dimenticare che, nella precedente legislatura appena crollata, le alte cariche erano tutte occupate dalla coalizione vincitrice: presidenza del Senato, presidenza della Camera…non capisco come si possa accusare dello stesso male altri, se male può essere! E’ meglio ricordare che gli elettori non sono dimentichi, neppure sprovveduti; e hanno senz’altro imparato ad usare la propria testa, come si è potuto costatare il 13 e 14 aprile scorso. Non sarebbe meglio che grandi giornali, sovvenzionati dallo Stato e quindi dai cittadini, facessero un’informazione seria, oggettiva, costruttiva, al servizio del Paese? Ritornando al tema, questi professionisti della penna dovrebbero raccontarci (a priori) ciò che sta accadendo nell’opposizione, che cosa prevedono loro, così esperti nell’arte della divinazione, quali vantaggi il Paese può trarre da un “governo ombra” (?!) che, tra l’altro ha problemi d’assegnazione dei “ministeri… ombra”; non di meno ci dicano (a priori) come finiranno le tensioni “ombra” interne al “nuovo schieramento seduto nei banchi dell’opposizione”; quali vestiti indosseranno i ministri, e quale la quota rosa dei “ministeri ombra”… Insomma… facciano le carte e, dalla divinazione, diano voce alla Sibilla…per favore, smettiamola col gossip”firmato”.