Novembre 2008
Quattro Novembre 2008, data storica.
Barack Obama Presidente USA –
di Gianpiero Dèlmati
Quattro Novembre 2008, data storica.
BARACK OBAMA Presidente USA -
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L’America ha scelto un afroamericano per la Casa Bianca
Il sogno di Martin Luther King s’è avverato
__________________________________________________________________Barack Obama, afroamericano (Kenya) è il nuovo Presidente USA. Il Partito Democratico americano ha coronato il suo candidato con una straripante partecipazione al voto.
“I have a dream”, le parole di M.L.King pronunciate circa quarant’anni fa, si sono concretate: un uomo di colore alla White House. Ora il Mondo è nell’attesa di cambiamenti tanto quanto il desiderio di ripresa degli Americani. L’America ha necessità di “sanare” la sua economia interna e, forse, anche proteggersi maggiormente dalle nuove economie emergenti. Obama dovrà affrontare, tra l’altro, anche la questione sociale, ridare fiducia non solo alla classe media, che sta accusando una seria crisi, ma a tutto il popolo americano. Il Mondo è diventato più complesso, multicentrico; l’egemonia americana, forse, va rivista o, in ogni modo, ridisegnata. Vieppiù, il nuovo President eredita, dalla precedente amministrazione, due guerre in atto di non facile soluzione; aree del Mondo dove sotto la cenere cova la brace. La Politica Estera è una politica basata anche sulla reazione, quindi, difficilmente programmabile. Gli avvenimenti storici “pesano” sulle decisioni che devono essere prese di conseguenza. Certo è che il nuovo President USA dovrà affrontare impegni globali: altre Potenze, non solo economiche, si sono affacciate alla ribalta mondiale La fame nel mondo è in aumento, l’inquinamento del pianeta è in allarme rosso… anche se nella più gran democrazia del mondo “nulla è impossibile”. Il 44° Presidente degli Stati Uniti d’America, avrà modo e capacità di aprire una “nuova frontiera” americana? Lo auguriamo, come ci auguriamo un lungo periodo di pace per il Mondo intero, auspicando che Obama possa governare con pragmatismo (come sembra abbia dimostrato in campagna elettorale), lasciando un po’ in disparte l’aspetto ideologico cui gli Americani “erano” affezionati. Forse, siamo ad una svolta storica! L’onda emotiva ha scosso il grande Paese, ma l’emozione non basta poiché è destinata a raffreddarsi.
Rimane rilevante il fatto che, pragmaticamente, negli States chi sbaglia va a casa! (quasi come da noi?!). Queste elezioni americane hanno, inoltre, dato un esempio di stile e di cosciente democrazia: Mc Cain, tenace avversario Repubblicano, ha salutato il nuovo eletto con “…il mio Presidente”. E in Italia, dove troviamo questo stile con il quale l’avversario sconfitto si complimenta in tale modo?
Forse questa è un’opinione un po’ scontata, ma è sempre un’opinione espressa in libertà.Gianpiero Délmati