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       Gennaio 2009

I tornelli del Ministro Brunetta -
di Giuseppe Romeo

 

Articoli e Servizi Particolari

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I TORNELLI DEL MINISTRO BRUNETTA
non sono ritornelli –
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…ciò che serve maggiormente non è il rispetto dell’orario di uscita e di entrata dei pubblici dipendenti dai loro luoghi di lavoro, come certamente sa benissimo il Ministro Brunetta più di ogni altro suo detrattore al riguardo, ma l’adempimento preciso, puntuale e disinteressato dei compiti…
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I congegni che l’attivissimo Ministro della Funzione Pubblica intende fare installare agli ingressi dei palazzi di giustizia per marcare le entrate e le uscite dei magistrati di ogni ordine e grado non hanno alcun intento punitivo ma perequativo; sono già stati installati e usurati da moltissimi anni, infatti, in tanti uffici pubblici senza alcuna alzata di scudi e in moltissime aziende private; c’è soltanto da augurarsi che i tornelli non finiscano per diventare ancora una volta ritornelli nella incessante musica politica della riforma della Pubblica Amministrazione che stiamo ascoltando da tantissimi anni.
Se da soli, infatti, servirebbero alla fine, non per controllare in se e per se l’orario di uscita degli addetti agli Uffici, ma essenzialmente ad assicurare la loro presenza nei rispettivi luoghi di lavoro e non certamente a garantire lo svolgimento preciso, appropriato, puntuale e disinteressato (imparziale) dei loro compiti e delle loro funzioni nello scrupoloso rispetto del principio costituzionale della buona ed imparziale amministrazione pubblica e dell’obbligo di rendere la loro opera al servizio esclusivo della Nazione e non dei partiti, sindacati o consorterie varie di appartenenza (artt. 97/98 Costituzione).
Lo spessore culturale, professione e intenzionale di Renato Brunetta fa bene sperare a tutti quelli che lo stanno apprezzando per il fervore dinamico dimostrato, che sicuramente accompagnerà questo intervento, giovevole in un momento di crisi economica come quello attuale nel settore della produzione e della vendita e installazione di tale apparecchiature, con altri interventi normativi e risolutivi idonei ad agganciare tutti i pubblici dipendenti non alle loro sedie istituzionali soltanto per riscaldarle ma alle loro responsabilità operative.
Non si tratta, come già detto, di una azione punitiva da svolgere ma di un provvido recupero generale di autorevolezza e di risanamento della capacità professionale riscattabile con la prontezza, speditezza, economicità, convenienza ed efficienza dell’intero comparto del pubblico impiego amministrativo/giudiziario visibili, soltanto per meriti personali degli addetti, in alcune oasi nel pantano della lentezza, sconvenienza, prevaricazione, indolenza, arroganza, approssimazione e sperpero che sta sotto gli occhi di tutti in cui annaspano molti uffici pubblici.
Con questa visione del fenomeno in corse, chi scrive ha sentito il dovere civico di concorrere alla realizzazione della necessaria manovra di recupero e risanamento complessivo del settore pubblico, rappresentando per via epistolare anche al Ministro Brunetta, oltre che agli altri Ministri corresponsabili e cointeressati e allo stesso Presidente del Consiglio prima ancora che ricevesse l’incarico di formare l’attuale Governo, che occorre rinsaldare il rapporto di appartenenza e d’immedesimazione di tutti i pubblici dipendenti con la Pubblica Amministrazione, magistrati compresi, mediante la introduzione per tutti dell’obbligo del tempo pieno, del divieto di svolgere contemporaneamente più funzioni pubbliche o pubblici incarichi e altre attività private remunerate e dell’obbligo personale in solido con l’Amministrazione di appartenenza di risarcire il danno che ingiustamente subiscono i cittadini a causa della loro incauta o non appropriata attività istituzionale.
Se quest’ultimi rimedi divenuti indispensabili verranno accompagnati, come è auspicabile e doveroso, dal necessario addestramento ed aggiornamento professionale degli operatori in campo adeguatamente remunerati, saranno davvero rimedi efficaci corrispondenti alla pressante esigenza avvertita oramai dalla stragrande maggioranza del Paese di intrattenere positivi rapporti direttamente con rappresentanti capaci e responsabili delle pubbliche istituzioni anziché con scaricabarili, con ritardatari o peggio ancora per altre vie illecite.
Pertanto ciò che serve maggiormente non è il rispetto dell’orario di uscita e di entrata dei pubblici dipendenti dai loro luoghi di lavoro, come certamente sa benissimo il Ministro Brunetta più di ogni altro suo detrattore al riguardo, ma l’adempimento preciso, puntuale e disinteressato dei compiti e delle funzioni pubbliche da espletare che sarà facilitato riducendo al minimo l’area della discrezionalità operativa anche con la introduzione dell’obbligo di agire comunque entro i termini (ordinatori o meno che siano) fissati nei vari ordinamenti in mancanza di cause di forza maggiore impeditive da precisare nel tardivo provvedimento.
Serve in buona sostanza una chiamata di maggiore responsabilità personale e un riscatto di orgoglio professionale.
Il tempo c’è e c’è pure la consistente maggioranza parlamentare per realizzare questa necessaria opera di risanamento resasi indispensabile anche per non stare in coda agli altri Paesi della Comunità Europea in termini di tempestività ed efficienza.
Occorre però ristabilire anche al riguardo la supremazia della POLITICA insidiata costantemente da suoi mestieranti annidati un po’ dappertutto ed interessati a perpetuarsi come mediatori della inefficienza pubblica a loro esclusivo vantaggio personale o di gruppo e dal narcisismo dei distinguo per culto personale o interesse di bottega di alcuni esponenti politici, per facilitare l’introduzione dei prospettati aggiustamenti normativi.
La incalzante ed indecifrabile crisi economica in atto non consente ulteriori indugi ma necessita di una urgente mobilitazione, aggiornamento e adeguamento di tutte le istituzioni pubbliche per fronteggiarla convenientemente accantonando ogni sterile polemica in campo politico/sindacale per dare posto ad una oculata e proficua cooperazione nel preminente interesse collettivo del Paese che necessita di istituzioni non austere di facciata ma sempre pronte a sopperire ai bisogni della intera Collettività con sobrietà ed ottimismo, a porte e finestre aperte, e non sottobanco.
Intanto potrebbe essere molto conveniente a tutti soprattutto nei grandi centri urbani, anche per decongestionare il traffico nelle ore di entrata e di uscita dagli Uffici, normalizzare e favorire lo svolgimento a casa propria di compiti amministrativi preparatori di rilevanza interna che alcuni operatori pubblici, magistrati compresi, già fanno meritoriamente con tanto spirito di servizio e alto senso di responsabilità fuori dall’orario di ufficio agevolati dai moderni sistemi telematici.
In questa direzione il Ministro Brunetta sarà accompagnato certamente da diffusissima e riconoscente solidarietà.

Milano, 25.01.09

Giuseppe Romeo
*Avvocato, Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana