Lettera aperta al Sig. Ministro della Giustizia- 25.01.05 -
On.le Sig. Ministro,
non mi sono fatto sentire prima, confidando, come confido ancora, nella capacità degli Esponenti e Consiglieri emeriti della Cdl e di qualche autorevole parlamentare dell’opposizione di fornirLe ogni utile elemento conoscitivo/propositivo per completare il processo di riforma della Giustizia che Ella meritoriamente sta portando a termine.
Lo faccio ora, profittando dell’occasione offerta dal rinvio alle Camere della relativa legge; ispirato, come sono ancora, dal mio indomabile ottimismo operativo e costruttivo col quale da numerosi anni sto operando anche nell’esercizio della mia pregressa attività di sindacalista e giornalista, sento il dovere di concorrere alla soluzione dei problemi d' interesse generale, non con sterili enunciazioni di principio destinate a lasciare il tempo che trovano, ma con proposte mirate e a ragion veduta; mi permetto, pertanto, rappresentarLe l’opportunità di cogliere anche questa favorevole occasione per perfezione il tiro in direzione dello snellimento dell’attività complessiva della giustizia e della effettività della difesa del cittadino; effettività discendente anche dal doveroso rispetto preciso e puntuale dei precetti costituzionali e delle prescrizioni procedimentali, termini “ordinatori” compresi, da parte dei Sigg. Magistrati di ogni ordine e grado che sono persone umane e non “marziani” come tutti gli altri cittadini; ho sempre creduto e credo che l’indipendenza e l’autonomia della Magistratura, quelle vere sancite dalla Costituzione, auspicate da tutti e rivendicate pure dall’Associazione Magistrati con l’incauto ricorso allo sciopero, vadano riscontrate e misurate col modo di operare dei Giudici; ritengo, pertanto, che occorra appropriare al meglio la vigente normativa per ridurre ogni margine di discrezionalità nello svolgimento della funzione giudiziaria a scapito del pieno esercizio del diritto alla difesa; a questo scopo giova sicuramente la separazione delle funzioni o meglio delle carriere affrancata da ogni possibile influenza del Potere Esecutivo, come auspica oramai la maggioranza del Paese, ma non basta ! E’ necessario, a mio avviso, introdurre nell’ordinamento giudiziario il divieto di cumulo degli incarichi volto a garantire l’esercizio a tempo pieno ed in via esclusiva di una sola funzione giudiziaria( non è più accettabile, ad esempio, che molti Giudici possano continuare ad essere ingolfati di incarichi aggiuntivi alla loro funzione primaria ( università, CC.Tributarie ed altro ).
In questa ottica, pertanto, mi permetto rappresentarLe che giova inoltre affiancare alla obbligatorietà dell’azione penale anche l’obbligatorietà della motivazione per qualunque atto anche del P.M.( richiesta di rinvio a giudizio compresa) con la sanzione della nullità in caso di inosservanza e l’obbligatorietà della motivazione anche per la eventuale inosservanza di prescrizioni procedimentali ( notoriamente e ordinariamente, ad esempio, nello svolgimento delle indagini preliminari resta inosservato l’obbligo del P.M. di svolgere anche accertamenti sui fatti e sulle circostanze favorevoli all’indagato ex art.358 c.p.p.); che l’interrogatorio dell’indagato non può essere delegato alla P.G. o che in ogni modo deve essere oggetto di espressa valutazione diretta del P.M ai fini della formulazione della richiesta o meno di rinvio a giudizio; che giova, infine, introdurre l’obbligatorietà dell’azione disciplinare a carico dei Magistrati anche su motivata e diretta segnalazione del difensore; in buona sostanza ritengo che occorra introdurre un sistema di garanzie in grado di indurre chiunque a dare conto del proprio operato, indispensabile per mettere sullo stesso pieno operativo, anche in campo penale, accusa e difesa.
Deferenti saluti. ( avv. Giuseppe Romeo )
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avv.Giuseppe Romeo
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Della Repubblica Italiana
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Gennaio 2005
Lettera aperta al ministro della Giustizia Roberto Castelli dall'avvocato Giuseppe Romeo 25-01-05