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          Marzo 2007

Le strane guerre moderne
di Gianpiero Dèlmati

 

Articoli e Servizi Particolari

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Le strane guerre moderne
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I Talebani hanno liberato il giornalista di Repubblica, inviato speciale,. Siamo tutti contenti. Sembra. Ma subito, pronti a polemiche, suggerimenti, contraddittori, richieste di chiarimenti sulle modalità del riscatto, interrogazioni parlamentari (...?), trasmissioni radio-televisive a iosa e tanto altro, forse troppo. Non vorrei sembrare poco morbido, ma anch’io desidero esprimere la mia opinione, opinabile s’intende. Il collega in causa dipende forse dallo Stato? Non mi risulta. Non è inviato speciale con compiti speciali, a nome della Nazione italiana, bensì è stato inviato dal suo direttore di testata, quindi, rappresenta il suo giornale e basta. Allora, perché “Repubblica” non paga di sua tasca se, eventualmente si tratta di pecunia il “riscatto”? che cosa ha a che fare con lo Stato? Di fatto, abbiamo “subito”, a mio parere, un riscatto-ricatto, meglio, abbiamo ceduto a dei terroristi (ricordo che si era detto: “niente cedimenti ai ricatti di terroristi...”) Perché l’Italia, impegnata in una missione sì militare, ma di pace, deve operare, nei confronti di un civile, sotto e con egida militare: i prigionieri talebani liberati dallo Stato Afghano sono terroristi combattenti, che hanno sparato, sparano e spareranno contro sia alle milizie afghane, sia alle forze nato presenti sul loro territorio, sempre in missione di pace. E allora, perché guerriglieri –terroristi-militari per un civile? Se la mettiamo sul fatto che salvare una vita umana è certamente una nobile causa, allora bisogna anche ricordarsi che altri sequestrati, tuttora in mano ai loro raoitiri, ci sono anche in Italia... dunque, come la mettiamo? Mi sembra di rammentare che alla famiglia di un sequestrato, nel nostro Paese, è legge congelare gli averi, affinché non si possa incoraggiare, tramite il pagamento del riscatto, ulteriori fatti criminali simili. E questo va anche bene. Ma allora, due pesi e due misure? C’è qualcosa che non va! Forse gli organi competenti dovrebbero mettere mano a questa situazione, poiché la bilancia non pareggia. E perché il rimpatrio è stato effettuato con l’aereo del Primo Ministro? Forse il rimpatriato è un eroe? Non era meglio un aereo pagato da “Repubblica”? (?!).
E che dire dei nostri soldati in Afghanistan, uno dei quali è stato ferito mentre era in missione a Frah (fortunatamente in modo leggero); ma, guarda caso, mentre era in atto il rilascio del giornalista italiano Mastrogiacomo. Il nostro Ministro degli Esteri ha annunciato che il pensiero americano era di “condivisione” per la nostra azione internazionale, ribattuto su tutta la stampa e i media radiotelevisivi, rivelatosi poi, da parte americana, non proprio aderente a tale annuncio, anzi , proprio il contrario; e, ancora, l’annuncio che la guerriglia sta arrivando ad Herat, zona presidiata dai nostri militari... che strane le guerre moderne: gli attacchi sono preannunciati con grande anticipo... ma?! Come, abbiamo concesso al nemico di tutto e di più (uno scambio 1 vs 5) per la liberazione di un connazionale, e loro ci attaccano...? Voglio sperare, comunque, che i nostri soldati siano in grado di difendersi in caso di attacco, perché se mi attengo a quanto vedo in televisione, mi sembra che non dispongano di mezzi corazzati cingolati, né armi pesanti, e questo può essere determinante per l’incolumità dei nostri ragazzi. Il Governo deve pensarci, e in fretta. Siamo, purtroppo, già passati da questo tipo di esperienza costata la vita a molti militari italiani di stanza in Iraq. Dio non voglia!

Gianpiero Dèlmati