“Signore” in convento, era vera vocazione?
La seduzione nelle abbazie
L’Europa del ‘300 contava circa settecento conventi di monache cistercensi. L’Ordine religioso monastico, sorto nel 1119, fu animato soprattutto da San Bernardo di Chiaravalle, il quale rinnovò, tra l’altro, l’agricoltura medievale. Il suo ramo riformato è quello dei Trappisti. Quest’Ordine comportava regole austere che si possono riscontrare anche nello stile costruttivo. In origine, l’architettura dei conventi era di stile romanico, ma presto assimilò le esperienze del gotico, diffondendole in tutta Europa. Alcune di queste costruzioni sono ancora disseminate anche alle porte di Milano. Ma torniamo ai conventi - Abbazie femminili. Quest’Ordine religioso aveva aperto il suo primo convento 175 anni prima. In genere, la maggioranza delle monache apparteneva alla classe nobile ed aristocratica, in ogni modo, a famiglie ricche. Spesso le giovani che, per qualsiasi ragione erano state allontanate dalla famiglia, finivano rinchiuse nei conventi. Per entrare in certi monasteri benedettini, ad esempio, bisognava generalmente portare una dote, e per questo, sembra, che le monache fossero chiamate “signore” e non sorelle. Vigeva la consuetudine, da parte delle famiglie citate, di avviare al convento donne che non ci volevano andare, oppure senza un’autentica vocazione. Quest’imposizione forzata, creò qua e là situazioni paradossali: la seduzione nei conventi e nelle abbazie, raggiunse una tale rilevanza che Teodoro, arcivescovo di Canterbury ed Egbert, vescovo di York, dovettero intervenire proibendo ad abati, sacerdoti e vescovi di sedurre le “signore – suore”. Papa Innocenzo III ammise, a ragion veduta, che il convento di Sant’ Agata racchiudeva fra le sue mura impenetrabili, una casa malfamata: Anche l’arcivescovo di Rouen, Rigaud, stilò una relazione in cui appariva che in un convento di monache si praticava, probabilmente, la fornicazione, e la madre priora, la Badessa, si ubriacava tutte le notti. Susseguentemente, Papa Bonifacio VIII emise un decreto che obbligava le monache all’isolamento: nasceva così la clausura. Questa decisione non fu accolta in toto: si racconta che alcune “signore” rifiutarono la bolla del Papa, gettandola in faccia al vescovo. Si trattò, però, di casi isolati che, in ogni modo, furono riferiti abbondantemente dalle cronache del tempo. Nell’insieme, gli Ordini monastici vivevano ed operavano nel pieno rispetto della regola che, di norma, era severissima; in alcuni casi anche inumana, poiché le monache certosine e cistercensi potevano parlare solamente quand’era indispensabile.
Gennaio 2005
"Signore" in convento, era vera vocazione?
La seduzione nelle abbazie
Gianpiero
Dèlmati