Novembre 2004
L'intervento : Sogni e realtà
di Gianpiero Dèlmati
L’INTERVENTO
Sogni e realtà
Ecco, sempre rombi di guerra! Possibile che non si possa stare in pace.
Possibile che ogni generazione debba avere a che fare, direttamente o
indirettamente, con la guerra? Eh! Chi scrive è figlio di un reduce della 2^
guerra mondiale, Campagna di Russia, fronte europeo orientale: un disastro.
Centomila fra morti in battaglia, feriti, congelati, dispersi e prigionieri (con
pochissime speranze di ritorno a casa), solo nelle fila italiane… e ancòra,
stermini di massa nei campi di concentramento nazi, e in quelli staliniani,
milioni di morti su tutti i fronti; la bomba atomica sul Giappone… basta! Ma
perché l’uomo non si ferma a riflettere, non realizza la sua caducità, la sua
effimera e non lunga esistenza su questo pianeta, perché? Gli interessi, certo;
il petrolio, certo. L’egemonia, certo. La politica, certo. Le religioni, certo.
Quant’altro, certo! Di questi tempi si parla, ancòra, di guerra, o meglio, non
si è mai smesso di parlarne dalla fine della 2^ mondiale; davvero la parola
guerra non è mai mancata quotidianamente sulle labbra umane. Ora c’è l’Iraq ( e
non solo). S’insiste sulle ragioni e non ragioni, sulle legittimità o meno
d’interventi unilaterali o di alleati, condivisi e non da diversi Paesi del
mondo. S’invoca l’intervento dell’ONU per legittimare, più o meno, i rombi
bellici. Ci sono otre trenta guerre nel mondo, perfino tribali… ma non
interessano a nessuno, come se lì, in quei luoghi, non ci fossero uomini pronti
a scannarsi giornalmente. Uomo, ecco la parola. Come, il ré del regno animale,
cui è dato di innalzarsi ad un livello superiore, non si è ancòra accorto, dopo
millenni, di essere rimasto alla clava, di ragionare con la forza e non con
l’intelletto? Possibile che, ancòra, debba inforcare “stivaloni, speroni e
sciabola”, debba sentire fra le mani il potere di schiacciare un “tasto rosso”
per alzare il naso verso il cielo e ammirare scie di fumo e contemplarle come
fossero astri del firmamento? Debba visionare radar e monitor per assicurarsi
che un “intelligente” carico di morte abbia centrato il bersaglio? Possibile!
Bombe intelligenti stanno all’uomo ignorante. Non sarebbe meglio sedere ad un
tavolo, in pace, per discutere della Pace? Certo, lo so benissimo: per fare la
pace bisogna essere almeno in due. Ebbene, proviamoci almeno. Così, caso mai,
potremo alzare gli occhi al cielo senza vedere strane scie, senza aver paura
d’attacchi terroristici, senza psicosi d’attentato ma solamente per rimirare la
bellezza del creato. E’ vero, tutto questo può sembrare il pensiero di un
sognatore. Ebbene, preferisco sperare in un sogno, visto che questa realtà non è
ancòra degna, a mio parere, di definirsi umana.
Gianpiero Dèlmati