Settembre 2008
Il coraggio dell’Informazione -
di Angela Battaglia
Al tavolo dei relatori: Francesco Trimboli - Sostene Codispoti - Antonio Galati - Alessandro Pecora -
Daniela Richichi - Nicolas Gallizzi - Italo Richichi - Marino Corica - Franco Furchì al microfono - Mario Diano.
Il coraggio dell’Informazione
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Intervista di Angela Battaglia ad Alessandro Pecora,
Presidente del Movimento “Ammazzateci tutti”-
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Era da pochi minuti terminato il convegno organizzato dalla Federazione Nazionale Circoli Calabresi, presieduta da Italo Richichi, sul tema “Il futuro della nostra Calabria”, la sera del 18 agosto 2008 presso il salone dell’hotel Ulivarella allaTonnara di Palmi Reggio Calabria e, i complimenti, a quel ragazzo giovane, relatore tra i relatori, erano partiti spontanei. Poi la curiosità di approfondire.
Cosa si aspetta Lei presidente Pecora dagli organi di informazione, dai mass media, come aiuto all’Associazione che Lei presiede e che è “Ammazzateci Tutti”?“Mi aspetto maggiore coraggio, mi aspetto che l’informazione faccia vedere che bisogna avere coraggio anche in questi ambiti. L’informazione ha una sfida importante davanti: quella di far capire alla gente che c’è un territorio, c’è gente comune, che ha voglia di vivere normalmente, che ha voglia di far vedere le belle cose. Qua in Calabria abbiamo dei bei mari, delle belle coste: l’informazione dovrebbe dire questo, venire qua e parlare della Calabria nei momenti buoni, quando questa si mette in gioco per far vedere le bellezze naturali, e non quando c’è il fatto di sangue, non venire solo quando c’è Duisburg o quando c’è il morto ammazzato. Ma venire a parlare sempre di Calabria, perché la Calabria ne ha bisogno, poiché l’informazione l’ha tormentata; e ha fatto perdere molto turismo per tutte queste storielle. La mafia c’è, la ndrangheta c’è, e bisogna dirlo. Ma bisogna far vedere anche l’altro lato, perché il 99% dei Calabresi sono persone oneste e quindi cerchiamo di far vedere l’uno e l’altro. L’informazione deve essere coraggiosa, non più a 90 gradi, ma un’informazione libera”.
Per quanto riguarda gli organi di informazione locali, vi soddisfano?
“In parte: io non faccio il qualunquista, quindi dico che ci sono dei giornali coraggiosi, anche delle testate giornalistiche televisive importanti che danno spazio e danno voce alla Calabria pulita, alla Calabria onesta, e soprattutto alla lotta che si fa alla ndrangheta e alle persone deviate. Però c’è anche una parte di informazione importante che è di fatto asservita al potere, che rientra poi in quel giro di massoneria e mafia e che fa vedere solo quello che gli conviene”.
Ricorda un episodio, della sua attività come Presidente, che Lei avrebbe voluto, avesse avuto maggiore diffusione, e così non è stato?
“Io dico che un giornale che scrive in maniera di parte della vicenda De Magistris, che mette la foto del Magistrato e ci scrive sopra “sconfitto 1-0”, non credo che sia un giornale pulito. Credo che sia un giornale che parla male di chi lotta contro la massoneria deviata, di chi lotta contro la mafia: un giornale che ci definisce “antipolitica in salsa calabrese” non credo sia un giornale pulito. Io penso che a questo tipo di testate bisognerebbe tagliare i fondi pubblici all’editoria, c’è poco da fare: io sono per la libera informazione, per far vedere tutte le varie campane in modo equilibrato. L’informazione di parte non serve, l’informazione deve essere informazione, informare di ciò che c’è in maniera totalmente distaccata”.
L’informazione ha bisogno anche dei comunicati stampa e dei riferimenti…
“Esattamente, ma quando i comunicati non vengono neanche pubblicati…!”
Cosa Le è piaciuto del convegno di oggi e cosa pensa che possa dare di positivo al Suo impegno
“Io l’ho detto a conclusione del mio intervento e ho apprezzato molto il fatto che, di fatto, lo sto già vedendo con i nostri ragazzi, che durante il Meeting che abbiamo promosso a Reggio Calabria sono venuti da tutta Italia ad accreditare la nostra battaglia, ed è quello che ho detto al prof. Richichi e a tutti i facenti parte della Federazione dei Circoli Calabresi. Venire qua in Calabria e far vedere che ci si importa di Calabria è importante, e mi ricordava proprio la frase di Don Milani “I care” (io mi prendo cura): “Io mi importo, mi interesso, e non me ne frego”. Perché è chiaro che si va fuori, si fa una vita comunque dignitosa, si ha la propria professione, ma lavorare in Calabria, tornarci ogni estate, fare le proprie vacanze, venire e fare vedere che ci si vuole impegnare per questa terra io credo che sia una cosa eccezionale. E quindi l’ “I care” di Don Milani ci sta tutto”.
In quanti siete come Associazione?
“Il movimento “Ammazzateci Tutti” ha da tre anni costituito un coordinamento in tutta Italia; nasce da Locri giornalisticamente, di fatto ci sono 10mila attivisti in tutta Italia, quindi è una realtà che cresce fortemente”.
Alcune sedi?
“Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza, Crotone, Palermo, Catania, Busto Arsizio, Milano, Chieri, Torino, Lecce, Cupertino, Bari, Roma, Frosinone… ce ne stanno diverse, tutte realtà ormai strutturate in maniera regionale, provinciale e comunale, nei posti dove c’è più movimento”.
L’età?
“E’ una cosa bellissima perché gli attivisti sono dai 13-14 anni fino ai 30; però poi ci sono i ragazzi di Locri sui 60 anni che ci sostengono su tutto quello che facciamo: quindi lo status di ragazzo non è anagrafico, ma è del cuore. Purtroppo in Calabria, come in tutta Italia, ci sono ragazzi di vent’anni che sono vecchi dentro, e parallelamente abbiamo dei giovani di 80 anni che sono molto più combattivi di noi, a volte”.
Il presidente Alessandro Pecora quanti anni ha?
“Venti”.
Cosa sta facendo di studi?
“Giurisprudenza”.
Auguri per tutto. E grazie.
“Grazie a Lei”.
Angela Battaglia