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“Il Codice Da Vinci”,

 ovvero l’ennesima mistificazione anti-cattolica ed anti-massonica.

LA VERITA' STA ALTROVE

                      

 

Premetto che per fare una recensione su questo libro occorre fare due fondamentali distinzioni: se lo si prende come puro romanzo o come manifesto di verità. Nel primo caso, avendo letto veramente molti libri, posso affermare che personalmente ho letto di meglio, perchè non ha nulla di speciale o particolare e la tanto citata suspence si perde definitivamente in un finale veramente deludente. Per quanto riguarda la trama, l’autore compie un chiaro attacco al Nuovo Testamento mettendone in discussione la veridicità.

Sotto una mal celata sembianza romanzesca, Dan Brown mette in scena una rocambolesca caccia al Santo Graal, innescata dalla morte di un curatore del Louvre.

Il Santo Graal, secondo il romanzo, non è, come la tradizione ha sempre sostenuto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera “coppa” che ha tenuto in sé il sang réal (in francese antico il “sangue reale”, da cui “Santo Graal”), cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. La tomba perduta della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l’imperatore Costantino (280-337 d.C.) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l’elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e antifemministe dal Concilio di Nicea. Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli “innocui” fra le decine che esistevano, e proclamando “eretici” gli altri vangeli “gnostici”, alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un’organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto. Al Priorato sono collegati i Templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni — fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) — hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, frattanto, completa la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe, in cui periscono cinque milioni di donne.

Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair. Secondo l’autore Dan Brown quanto abbiamo riassunto fin qui rispecchia esattamente e letteralmente la realtà ed è basato su documenti inoppugnabili. La parte che anche l’autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini. Con l’aiuto di una criptologa che lavora per Ia polizia di Parigi, Sophie Neveu, la nipote di Saunière, Langdon dovrà affrontare le trame dell’Opus Dei (sul cui conto, coinvolgendo anche Giovanni Paolo II, si ripetono le più crude “leggende nere”, cento volte smentite, ma dure a morire), ma riuscirà a identificare gli assassini e dipanare la matassa. La tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l’ultima discendente di Gesù Cristo. Solo da quella componente di ignoranza contemporanea in materia di religione e di cristianesimo, un tale ammasso di sciocchezze è probabile che possa essere preso sul serio. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All’epoca del Canone Muratoriano (190 d.C.) il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant’anni prima che Costantino nascesse. La cifra di cinque milioni di streghe bruciate dalla Chiesa cattolica è del tutto assurda, e Brown si dimentica del fatto che nei paesi protestanti la caccia alle streghe è stata più lunga e virulenta che in quelli cattolici. L’idea stessa di un “codice Da Vinci” nascosto nelle opere dell’artista italiano è stata definita “assurda” da illustri studiosi d’arte e di essoterismo. Inoltre, chi conosca un poco la storia delle mistificazioni sul Graal sa che nel Codice Da Vinci c’è ben poco di nuovo: tutto è già stato detto in centinaia di libri su Rennes-le-Château, e, benché il nome di questa località francese non sia ma menzionato nel romanzo di Brown, i cognomi Saunière e Plantard fanno chiaramente riferimento alle stesse vicende. Il Codice Da Vinci si limita a ripetere affermazioni già fatte in passato sulle vicende del piccolo paese. Nessuna fonte parla invece del Priorato di Sion e dei merovingi come discendenti fisici di Gesù Cristo prima che Plantard arrivi a Rennes-le Château negli anni 1950.

A pagina 9 (ed. italiana) de Il Codice Da Vinci si afferma che tutta la storia è confermata da documenti inoppugnabili ritrovati nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi. I documenti, però, sono stati “ritrovati” dalle stesse persone che li avevano nascosti nella Biblioteca Nazionale: Plantard e i suoi amici. Ed è certissimo che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni.

Niente documenti, dunque, e niente storia: solo fantasie anti-cristiane. Buone per vendere romanzi più o meno ben scritti, ma che dal punto di vista storico non riportano la realtà.

Dure a morire le leggende a sfondo religioso, resistenti alla verità storica, alle documentazioni inoppugnabili, ai fatti incontrovertibili. E ancor più dure a morire le falsificazioni che su queste leggende sono state costruite nel tempo.

 A contribuire alla permanenza in essere di frottole spacciate per misteri esoterici noti a pochi iniziati vi è una certa dose di credulità popolare e il fatto che, approfittando di questa, ogni tanto qualche imbonitore di turno se ne riappropria elaborandole magari in versione più moderna e accattivante e spacciandole poi per autentiche rivelazioni basate di documentazioni storiche.

A quanti hanno letto il libro e hanno “pesato” la sua presunta storicità e anche a coloro, che ne hanno tratto spunto per dubbi, domande, perplessità, che hanno trovato in quelle pagine motivo di preoccupazione, e che cominciano a guardare all’esoterismo come ad uno dei “mali” della società, mi sento di dire di prenderlo come un romanzo, leggerlo, richiuderlo e riporlo su uno scaffale a prender polvere. La verità sta altrove e non ci faremo turbare da un libro, se siamo credenti.

 

 

 

Gennaio 2005

      "IL CODICE DA VINCI"

La verità sta altrove

Cultura e Formazione

Federico Curatola