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Genitori e figli… senza c e n s u r a

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INTERVISTA A DON ANTONIO MAZZI

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“Viziatelo, accontentatevi del 6-, dispensate carezze di seconda mano, latitate, iperproteggetelo, imbottitelo di merendine, incollatelo alla TV o al Pc, lavatevene le mani, lasciate che si annoi; svegliatevi quando è grande…”

 Da sempre impegnato con i giovani, e particolarmente attento alle tematiche famigliari e educative, abbiamo avvicinato don Antonio Mazzi durante uno dei suoi molteplici incontri con i genitori di diversi quartieri milanesi, per offrire utili consigli ed evidenziare gli errori più comuni: droga, bullismo, violenza… ma come possiamo allevare i figli come si deve? Don Mazzi ha diretto questi appuntamenti senza peli sulla lingua, cercando risposte ai nostri dubbi di genitori e…figli.

                   

                  Don Antonio Mazzi - Milano, giugno 2010

- Don Mazzi, qual è, oggi il ruolo del padre?

<<Per parlare del padre, devo iniziare dalla donna e dall’uomo. L’emancipazione della donna, in qualche maniera, ha fatto traballare il “potere” maschile; questo “seggiolone”, che era dato per scontato. La grande “sedia” dell’uomo-padre. Poi, l’uomo, dovendo essere il padre di una famiglia e non avendo più il clan che gli dava una mano, si è ritrovato, oggi, terribilmente debole. Ed è chiaro che molti padri sono “figli” dei loro figli, soprattutto delle figlie. Questi padri non sono mai maturati. Questa è una delle mie più grandi preoccupazioni; anche perché il ruolo della donna esige un padre “forte”, non un padre autoritario, “forte”… perché la donna ha bisogno di un confronto forte, giacché è “cresciuta” molto sulle grandi opportunità.>>

- Ci faccia un esempio…

<< Come coniugare, oggi, donna - moglie - madre, come coniugarle in una società come l’attuale? Come la donna può essere donna fino in fondo, moglie fino in fondo e madre fino in fondo? Dove c’è una società che: se va a lavorare non può fare figli, se ha un impegno va a rischio di… se ha un figlio che la fa angustiare non è più donna, ma solo madre. Noi veniamo da una società dove la donna era donna e subito dopo madre… e quando era madre non era più donna; non curava più se stessa, era proiettata solamente verso la prole, mediamente numerosa… quando penso a mia nonna che aveva 13 figli… e la vedevo lavare panni, dar da mangiare alle galline, occuparsi del maiale, andare in chiesa –alle sei di mattina -… dov’era la donna? Ricordo che dicevo a mia madre: “…mamma, perché deve essere bella solamente la Madonna, e mia madre no?! Oggigiorno che, finalmente, la donna può essere bella e quant’altro…c’è l’uomo che non capisce più niente. Non è che sia diventato cattivo, oggi l’uomo è stupido; ed è una cosa grave. Mi sovviene un particolare di vita vissuta. Incontrando un amico mi dice: “ …sai don Antonio, ho una terza donna…” Terza donna? Che cosa vuol dire?! “… ma sai, con la prima non ci capivamo, la seconda l’ho sbagliata, la terza l’ho qua.” Poi, una sera, sono andato con lui a mangiare una pizza, e lui era con un’altra… allora gli ho detto: … senti G., sei scemo tu!

- Don Antonio, qualche accenno sui rapporti padre e figli…

<< Io sto male quando un uomo di quarant’anni dice di aver paura di suo figlio, quando non sa dire due parole in croce alla moglie; quando parla con gli SMS con la moglie o con i figli… ma dove siamo?!>>

- Allora, il ruolo del padre…

<< Bisogna che ricuperiamo questo ruolo paterno. Il ruolo paterno non è quel paternalismo, a mio parere, cretino che non dice niente, poiché la paternità è la corrispondente della maternità, che sono le due grandi aree dentro le quali viviamo. E che sono i bisogni dentro di noi; ognuno di noi è un padre, e ognuno è madre; l’abbiamo dentro. Quando questo non matura… e poi, cosa vuol dire: quello è il più grande avvocato, o quest’altro un commercialista straordinario, il più in vista della città… non siamo nati solamente per questo; quel gran dono che abbiamo dentro dove lo abbiamo buttato? Dalla finestra? Io seguo un migliaio di ragazzi dai quattordici anni in su; nella stragrande maggioranza dei casi, riscontro la figura di un padre latitante o debole. Oggi c’è bisogno di una paternità “forte”, responsabile ed attiva. I padri e le madri, si rendono poco conto che l’adolescenza è una forza “esplosiva”, che il ragazzo, in molti casi, non riesce a contenere… come dire, lui cerca la sua strada verso il futuro (i genitori sono il presente; i nonni, il passato), in un certo modo la strada bisogna lasciarla percorrere; l’importante è che ci siano le due sponde che facciano da traccia. E le due sponde sono i genitori. Se opera una sola sponda, lo sbandamento è inevitabile. E lo sbandamento può essere molto pericoloso.>>

Fare un figlio è facile, bello, alla moda.

Educare un figlio è difficile, poco bello, per niente alla moda.

Ma, di sicuro, è pur sempre un dovere.”

 - Ma oggi la società…

<<Oggi la società ci propone una situazione che contempla il crollo della politica, della scuola, dell’economia, della Chiesa; spero che tutto ciò ci permetta di fermarci e riflettere su cosa sta succedendo. Bisogna che qualcosa cambi, altrimenti sarà un futuro molto imprevedibile.

Parliamo con i nostri figli! Sembra banale, ma è tutto ciò che possiamo fare subito con l’umiltà e l’attenzione d’adulti degni di questo nome.>>

                                                                           

                                                                          Don Antonio Mazzi - Milano, giugno 2010

                                                                

Don Antonio Mazzi, laureato in Teologia e Filosofia a Ferrara nel 1955. Dal 1970 perfeziona i suoi studi all’estero: Stati Uniti, Germania, Olanda, Francia e Svizzera, compiendo stages in centri di riabilitazione per tossicodipendenti. Nel 1980 fonda la Comunità Exodus per il recupero di ragazzi tossicodipendenti, in Milano – Parco Lambro. In quegli anni il Parco è regno dello spaccio e della delinquenza divenuta “legge”. Oltre la sede di Milano, dal 1986, sono aperte le prime comunità stabili: Verona, Vicenza, Bormio e Iglesias. Dal 2008 è significativa la presenza di progetti educativi all’estero: Madagascar, Patagonia, Bolivia, Honduras…

Oggi non è più giudicato sufficiente svolgere un accurato lavoro di recupero, ma si rende sempre più indispensabile un’esemplare azione preventiva.

Gianpiero Dèlmati

Giugno 2010


Itervista a DON ANTONIO MAZZI -

di Gianpiero Dèlmati

Cultura e Formazione