Luglio 2005
DANZATERAPIA: una forma di Comunicazione riabilitativa-educativa
Autore: Antonella Loffreda
Dottore in Scienze dell'Educazione - Castelliri - Frosinone
Danzaterapia:
una forma di comunicazione riabilitativa-educativa
Autore: Antonella Loffreda –
Dottore in Scienze dell’Educazione
L’arte del movimento ha conosciuto, nel XX secolo, una riattualizzazione in termini di valenza culturale così come di forme e contenuti, che l’ha vista al centro di una riflessione sull’uomo moderno e sul suo corpo; in questo senso, la danza può essere assunta come osservatorio sperimentale e privilegiato.
La Danzaterapia si definisce come una psicoterapia che utilizza il movimento per promuovere l’integrazione psichica, emozionale, relazionale dell’individuo attraverso l’utilizzo del proprio processo creativo.
Prima di considerare la danza come linguaggio motorio arcaico e, quindi, tra le più antiche, è necessario sottolineare la sua caratteristica principale: un’attività corporea da considerare innanzitutto dal punto di vista fisiologico con effetti sulla circolazione del sangue.
Danza e movimento sono un mezzo attivo, corporeo, espressivo e comunicativo attraverso cui l’accumulo di adrenalina può disperdersi e le eventuali aggressività, rigidità o apatia possono essere trasformate in un atteggiamento socialmente accettabile: il movimento ritmato del corpo, da solo o in compagnia, può favorire l’armonia tra mente, corpo e spirito. Il Warren definisce la danza come “lo specchio dell’anima”, poiché molte persone la considera come la madre di tutti i linguaggi, perché il movimento supera ogni barriera linguistica e parla agli altri a livello primitivo, emozionale.
La danzaterapia sollecita, così, la motricità permettendo di captare e produrre delle forme gestuali e ritmiche le quali rimandano a delle tracce filogenetiche: queste tracce governano i comportamenti programmati e corporali iscritti in essi come la protezione, la dominanza, la pulizia del corpo e l’amor proprio. Offrire a questo linguaggio primario una possibilità di attuarsi nella motricità della danza costituisce un importante meccanismo di mantenimento o ristabilimento della persona.
La danzaterapia pone al centro del proprio interesse l’unità psico-somatica dell’individuo, dove suono e movimento sono strumenti di comunicazione; inoltre essa promuove, attraverso il movimento libero espressivo, un rallentamento delle difese e delle resistenze indotte dai condizionamenti culturali o costruiti durante le esperienze personali individuali.
Mente e corpo all’unisono esprimono l’essenzialità del loro esserci e comunicano agli altri la propria essenza andando oltre la parola. Payne sostiene la tesi nella quale la comunicazione attraverso il movimento sicuramente aiuta la persona a conoscersi meglio. Dobbiamo, però, essere molto cauti nel dare per scontata l’equazione mente-corpo, vale a dire supporre che tutto ciò che accade nella struttura fisica accada in modo equivalente nella struttura della psiche umana. Una persona è il proprio corpo, non il possessore del proprio corpo. Il vantaggio di concentrarsi sui movimenti porta il corpo, rispetto al pensiero, ad essere più flessibile, elastico e capace di adattarsi; esso, inoltre, è al centro del nostro sviluppo e ha una profonda influenza sull’apprendimento del linguaggio, del comportamento socialmente accettabile e delle abilità cognitive.
E’ tuttavia importante riconoscere che la danza/attività motoria svolge molte funzioni utili per tutti gli esseri umani. Per ogni uomo, infatti, il corpo è uno strumento di espressione e proprio durante l’infanzia, attraverso il movimento del corpo, inizia a costruirsi un’immagine del nostro mondo. Con lo sviluppo, esploriamo le nostre capacità e iniziamo a scoprire cosa il nostro corpo può fare. Questa esplorazione, insieme al movimento del corpo, ci porta a conoscere sempre meglio la nostra struttura fisica e a sviluppare l’immagine del nostro corpo. Oltre ad essere importante per lo sviluppo del concetto di sé, va a connettersi con lo sviluppo cognitivo.
La danza è essenzialmente un modo di esprimere le emozioni attraverso il movimento; questa specifica forma di arteterapia deve portare l’utente, o un determinato gruppo, all’acquisizione di un maggiore controllo del proprio corpo, a migliorare l’immagine del proprio corpo, arrivare ad un’espressione emozionale controllata ed a promuovere la socialità.
Breve sviluppo storico.
Una figura rilevante nello sviluppo della danza e del movimento creativo, nel Regno Unito, fu Rudolf Laban, il cui contributo fu quello della sistematica categorizzazione del movimento.
Il suo primo pensiero sulla danzaterapia si trova in un articolo scritto nel 1949 mentre lavorava con alcuni pazienti a Exeter. Seguendo le ricerche del Laban, i suoi studenti e altri cominciarono a promuovere l’uso della danza nell’ambito di vari trattamenti e terapie. Ben presto, a partire dagli anni ’50, il suo lavoro si estese in molte parti del mondo soprattutto nella formazione degli insegnanti e nelle scuole elementari e medie, portando all’introduzione, in campo educativo, di specifici programmi di educazione al movimento e alla danza.
L’analisi del movimento condotta da Laban prevede alcuni aspetti del movimento molto importanti come:• il corpo, ovvero cha cosa muoviamo: il corpo viene inteso come una totalità, le cui parti sono separate ma coordinate;
• lo sforzo, ovvero come ci muoviamo: questa qualità e composta da una serie di fattori che producono i nostri modi di pensare e di sentire;
• lo spazio, ovvero dove ci muoviamo;
• le relazioni, ovvero con che cosa o con chi ci muoviamo: questa relazione si riferisce al mondo delle persone e degli oggetti con i quali viviamo, lavoriamo e giochiamo, ed implica alcune attività quali l’ascolto, l’osservazione, le risposte.
Il corpo (cosa), lo sforzo (come) e lo spazio (dove) sono tutti componenti di una relazione.
Facendo riferimento alle aree più importanti dell’analisi del movimento condotta da Laban, è possibile rappresentare attraverso un diagramma alcune aree: in questo grafico ogni singola area è collegata alla successiva ed, inoltre, è un punto di partenza per l’analisi del movimento.
Possibili punti di partenza per l’analisi del movimento di LabanL’osservazione del movimento è importante per alcuni elementi:
1. è uno strumento per identificare i punti di forza e i limiti del movimento individuale. Osservare il movimento è soltanto il punto di partenza il quale, insieme alle altre informazioni disponibili, permette di valutare le effettive necessità dell’utente e lo sviluppo, successivamente, di un programma adeguato;
2. è un mezzo utile alla conoscenza della persona al di fuori dei soliti rapporti;
3. è un mezzo per individuare gli obiettivi generali di un gruppo.Nell’ambito della pedagogia speciale, la danzaterapia è utile alla costruzione dell’identità e dell’equilibrio esistenziale e relazionale nelle persone sottoposte al trattamento educativo e/o riabilitativo.
Da pochi anni si cerca di approfondire la teoria, le metodologie di lavoro e gli standards per valutarne l’efficacia.
Bibliografia di riferimento:
- Barnie Warren, Arteterapia in educazione e riabilitazione, Erickson, 2001.
- Cristopher Knill, Contatto corporeo e comunicazione, Erickson, 1998.
- Helen Payne, Danzaterapia e movimento creativo, Erickson, 2002.
Siti Internet:
- www.dellabianca.it/arteterapia.htm
- www.educare.it/handicap/articoli.htm