La nuova Calabresità
Relazione del Convegno “Calabresi del Nord Italia: una risorsa da integrare”
Vibo V. 18 agosto 2005
Se per Calabresità s’intende orgoglio e amore per la propria terra e per la propria gente allora si capisce come questo sentimento nasce spontaneo e naturale. Da tempo imprecisato la tutela dell’appartenenza rappresenta il minimo comune denominatore di ogni cittadino di Calabria sia residente qui, che residente altrove. Entrando nel merito, l’immagine e il prestigio della nostra Regione non garantiscono in modo completo il senso di appartenenza; rimane sempre più diffusa una mortificazione di fondo per non poter godere di un giudizio pienamente positivo. Ogni calabrese sente forte la voglia di crescita nella scala sociale dell’immagine per il rafforzamento di quella identità che ci accomuna tutti. Dando per scontato un atteggiamento unanime in questa direzione si tratta di analizzare in modo freddo e lucido gli errori precedenti ed individuare un percorso condiviso per realizzare un vero progetto di crescita che, elevando l’immagine istituzionale, incute convinzione e credibilità anche nei cittadini sparsi per il mondo. Nel recente passato ognuno si è accorto che, pur crescendo il potenziale individuale, questo niente produceva a favore della crescita istituzionale, anzi qualche volta si viaggiava a discapito. Perciò una delle cause dell’inefficacia progettuale dei governi calabresi anche quelli recenti, risultava la parcellizzazione degli interessi. L’individualismo dei molti ha stravinto sugli interessi oggettivi di una comunità; a cascata ogni realtà si caratterizzava per la prevalenza degli interessi di parti sempre più piccole rispetto agli interessi della Società globale. Mentre il prestigio dell’istituzione ricade direttamente sull’immagine del singolo cittadino, il prestigio del singolo non tende a far crescere il prestigio dell’Istituzione. Purtroppo negli anni precedenti grandi sforzi sono stati compiuti e grandi risorse sono state sprecate per determinare scontri di singole e spesso insignificanti fazioni contro l’interesse vero della comunità. Questa dispersione di energie era, è e rimane la causa dell’impoverimento continuo e crescente dell’immagine della Calabria. Tali e tanti sono gli avvenimenti che hanno condizionato scontri interminabili che hanno depauperato il bene comune, lasciando ferma al palo una Regione ricca di molteplici risorse mentre le altre Regioni ( Sicilia, Campania, Puglia e anche la Basilicata) percorrevano numerosi scalini della scala dello sviluppo economico, sociale e assistenziale. Oramai non c’è più tempo; l’inizio del terzo millenio deve rappresentare per i calabresi, dovunque essi vivano e qualsiasi attività essi svolgano, una chiamata a raccolta; ognuno deve svolgere un ruolo attivo e partecipativo a questo grande recupero. L’occasione è ghiotta! Senza alcun riferimento alle geografie politiche ma leggendo in modo notarile il risultato del 4 aprile, si deve apprezzare il grido forte dei calabresi che vivono in Calabria e che hanno responsabilità diretta nel modulare le regole del gioco nella Regione stessa. Si capisce quindi come siamo davanti ad un’emergenza storica; bisogna cambiare una vecchia Calabresità che, pur valida per il passato, ora deve essere cambiata. Una nuova Calabresità deve essere adottata! Non più l’uno contro l’altro per gli interessi ora dell’uno ora dell’altro! Invece tutti insieme per l’interesse superiore dell’Istituzione. Ognuno ha il dovere di partecipare a questa fase corale per eliminare i personalismi o le guerre di parte; tutte le forze debbono operare nella
stessa direzione. Una nuova Calabresità deve nascere con finalità il bene della Calabria, integrando le forze e rafforzando la risultante operativa. Chi negli anni passati si era spinto troppo avanti faccia un passo indietro senza mortificazione, anzi con orgoglio e chi è rimasto troppo indietro si avvicini, partecipi, senza presunzione; il bene comune è il bene di tutti. Da qui nasce la nuova cultura di politica sociale che tutti i calabresi, che hanno lasciato la Calabria da vari decenni, hanno maturato nelle esperienze esterne. Questi Calabresi che sono e restano cittadini di Calabria a tutti gli effetti hanno il diritto e il dovere di contribuire allo sviluppo della Calabria di tutti. Nel 2005 solo la preistoria può giustificare la ”festa dell’immigrato” o l’Assessorato all’emigrazione. Questi modelli arcaici debbono essere superati per far ricadere i vantaggi conseguenti su tutta la comunità calabrese, ovunque essa viva! Noi non viviamo di malinconici ricordi per noi sono ancora residenti in tutta la Calabria gli affetti, i fratelli, i nipoti, magari anche i genitori; perciò vogliamo mettere a disposizione esperienze, cultura risorse per questo grande obiettivo. .Solo la nuova Calabresità può far tesoro di questo liberale patrimonio che i Calabresi del Nord Italia mettono a disposizione delle Istituzioni calabresi. L’appuntamento estivo di Vibo rappresenta un incontro voluto per un confronto culturale sul nuovo modello di Calabria; oggi può significare molto per un futuro migliore dei nostri figli e della nostra Calabria, oggi ognuno che esce da questo Convegno non deve dire più: cosa fa la Calabria per me, ma: cosa posso fare io per la Calabria.
Le Istituzioni calabresi, Regione per prima, hanno il dovere di utilizzare questo patrimonio disponibile per il bisogno comune.Italo Richichi
Il Prof. Italo Richichi, Presidente Associazione Federativa Circoli Calabresi Lombardi
Relazione : "La Nuova Calabresità" di Italo Richichi
a cura di Maria Richichi