Febbraio 2011
ARROGA LA TOGA - Opinione Opinabile
di Gianpiero Dèlmati
ARROGA LA TOGA
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Va sempre meglio? A me non sembra. Il panorama della politica italiana ci sta proponendo una commedia dell’assurdo che nemmeno Eugene Jonesco nel suo teatro, fuori da tutti i canoni drammaturgici, è stato capace di trasmetterci. Il che è tutto dire. La realtà supera la fantasia; è vero. Pensandoci un attimo, quale politica? Quale classe dirigente? Quale immagine pubblica? Quale moralità? Quale dignità? Stiamo assistendo a una politica di morfologia personale estesa a tutti quelli che si fregiano del titolo di “Onorevoli”… onorevoli di cosa? Alcuni sinonimi di onorevole recitano: degno, onesto, meritevole, stimabile, nobile (nel significato più alto), dignitoso, decoroso, rispettabile … tutte qualità alquanto latenti nel nostro agone politico. Da qualche tempo stiamo assistendo a “processi” mediatici condotti da molti nomi autorevoli senza che indossino la toga; si sputano sentenze senza prove provate. Si giudica senza possibilità di appello. Si condanna al plotone d’esecuzione in modo sommario, spesso o sempre, senza contraddittorio, senza attendere le ragioni della difesa. I media si arrogano la Toga, la indossano e alzano il dito indice in segno di: “Je accuse”! Chi e cosa accusi! Con quali prove, e se ne hai, di chi sono? Della magistratura? Allora lascia fare a tale Organo dello Stato, non ti sostituire a priori; che tanto la Toga non la indossi! L’avresti voluta? Allora dovevi fare tale carriera; non indossarla quando ti fa comodo, anzi, “audience”. Mi sorge il dubbio del puro divertimento da parte degli spettatori che, in mancanza d’altro trovano svago leggere colonne di gossip, o seguire alcune trasmissioni che, a mia opinione non conducono mai a nulla, salvo a spandere “coriandolate” carnevalesche: accuse e smentite, interrogatori (interviste pro e contro), apparizioni di testi che poi, spesso, sono inquisiti per diffamazione e quant’altro ne consegue. Insomma, chi più ne ha, più ne metta. No, non credo che questo si possa definire ‘fare politica’. La politica ha bisogno della “P” maiuscola, la quale può essere ascritta solo alla vera Politica fatta da veri Politici, ma che, nel nostro Belpaese, risulta essere latitante. I pulpiti sono colmi di predicatori che, nella maggioranza dei casi sono smentiti dal detto popolare: “ Guarda da che pulpito viene la predica!”
Gianpiero Délmati
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