Gennaio 2008
La prima agenzia educativa
di Domenica Crea
LA PRIMA AGENZIA EDUCATIVA
- E’ LA FAMIGLIA -
_________________________________________________________“…Pertanto, la famiglia plasma il bambino, nel bene, come nel male.”
___________________________________________________________________La prima agenzia educativa è la famiglia. Tutte le altre agenzie educative, compresa la scuola, aiutano la famiglia nel suo compito educativo ed assumono da questa, l’humus vitale indispensabile al nutrimento dei cuori e delle menti ed indispensabile fondamento della “casa della conoscenza”.
Secondo il “principio dell’interazione e dell’intersoggettività” indicato da Jerome Bruner, l’apprendimento e la socializzazione avvengono sia nel contesto scolastico, sia nel contesto familiare e quotidiano, perché è attraverso lo scambio con gli altri che si scopre e si entra nella cultura e che si costruiscono i significati e le conoscenze. Anche le neuroscienze ci suggeriscono che l’apprendimento produce modifiche strutturali, plasmando costantemente i circuiti cerebrali non solo del bambino, ma anche dell’adulto, attraverso una sorta di continuo adattamento, negoziato con l’ambiente umano in cui si vive. Pertanto, la famiglia plasma il bambino, nel bene, come nel male.
Per queste ragioni, la scuola senza l’aiuto della famiglia, è quasi impotente: essa può correggere alcuni comportamenti, ma può fare ben poco per correggere gli atteggiamenti e gli stili educativi sbagliati, senza la collaborazione strategica della Ia agenzia educativa.
La domanda di educazione che è rivolta alla scuola, a causa delle situazioni di degrado che hanno fatto emergere gravi episodi di violenza, ribadisce la necessità di riconoscere all’educazione la sua centralità. Ma la famiglia è ancora scuola di vita?
La famiglia risulta indebolita a causa della difficoltà di essere genitori. Dai grandi i nostri bambini apprendono spesso modelli negativi: la violenza, l’incapacità di accogliere la sconfitta, le piccole e grandi prepotenze. I bambini leggono negli adulti l’insoddisfazione, l’incoerenza, l’incapacità di assumersi le responsabilità e di essere guide autorevoli.
La scuola fatica a fare la sua parte, perché il suo sfondo integratore, la famiglia, presenta sempre più, vuoti ingiustificabili nei sistemi valoriali della nostra antichissima cultura: il rispetto della persona, l’accoglienza dell’altro, la ricerca del bene comune, l’attenzione ai più deboli, l’amore per la giustizia e la verità, l’edificazione di una convivenza pacifica e solidale. Non sono questi i valori della nostra Costituzione, che tutti dobbiamo contribuire a realizzare nella vita? Non sono questi i valori cristiani che hanno radicato la coscienza delle nostre famiglie?
La scuola è impegnata nella ricostruzione di un nuovo umanesimo culturale, ma tutti siamo chiamati, ciascuno secondo le proprie responsabilità, alla rigenerazione di un orizzonte valoriale credibile all’intelligenza dei nostri figli.Domenica Crea