Pubblicato su AUPI News - anno VI - n.22 - giugno 2004
Nuccio Fava, cordiale e sorridente accoglie, nel pomeriggio
dell'ultimo giorno del mese di maggio, con affabilità, i giornalisti:
- "Diamoci
il tu".
Va bene. Il Tu, è di circostanza. " L'intervista... -
chiarisco - è per il periodico culturale AUPI news. Incominciamo?.
-
Incominciamo.
- Io... non ho letto il tuo libro. Dovresti
spingermi a leggerlo.
- "La cosa più importante per me -
risponde lo scrittore Nuccio Fava - è questa apertura del libro, le prime
70 pagine, che sono una lunga intervista ragionata con i Rettori delle
università calabresi; e cioè con la maggiore risorsa della Calabria, che sono le
energie intellettuali (insieme al patrimonio storico, le bellezze e tutto il
resto)".
- Un Nuccio Fava, grande cultore, giornalista
importantissimo non è pensabile che possa rimanere ad una utenza regionalistica.
Penso che ci sia anche qualche messaggio un pò più universale. Nel senso che si
può attingere da una certa fonte per trasmigrare ad altre menti, ad altre
intelligenze. Quale è il sottofondo di questo messaggio che sicuramente ci sarà.
- "Vi è un segno dell'Era Globale che secondo me viviamo".
- Passiamo, alla Televisione?
- "Televisione, ahime!"
- Ahime, ahinoi - concordo -. La televisione che sta percorrendo un percorso
che è fuori dai canoni dell'alta informazione. Quindi non penso che tu possa
avere dei rimpianti...
- "No! No!"
- Oppure, potresti
averli, i rimpianti, per degli interventi focalizzati..., un pò come è per il
libro "Calabria da amare". Se tu oggi fossi in Televisione, cosa cambieresti?
- "La Televisione per certi versi ha fatto tutto - risponde Nuccio
Fava -. Quindi, non si tratta di cambiare di per sè moduli. Si tratta di
cambiare la sostanza della televisione che può essere paragonata a una bomba
atomica o all'energia nucleare. Tu sei consapevole di questo, l'uso che ne fai:
può essere di distruzione, o di crescita".
- E l'Informazione, a
che punto sta?
- "L'Informazione italiana - dice serio l'ex
direttore Rai del TG1 - fa preoccupare il Parlamento Europeo. - e
aggiunge:"C'è una direttiva su tutto il sistema informativo che ha problemi,
anche quello americano... Però la situazione italiana è unica al Mondo!: c'è un
signore che possiede tre reti televisive; che "possiede" la RAI; che ha
addirittura Emilio Fede che dirige un telegiornale... quindi io ormai parlo di
RAI- Fininvest come di unico Canale... Ma la cosa che è più grave -
continua a muoversi il famoso personaggio del giornalismo nazionale, camminando
su un terreno esplorato, conosciuto e sofferto - è vedere che i
politici vanno a discutere sui grandi problemi italiani inserendosi tra gli
artisti del mondo dello spettacolo.
Lungi dai moduli
televisivi Faviani, quindi, i programmi seri ridotti a leggeri; e ancora piu'
lungi i nuovi modelli divistici dei giovani che da aspiranti veline o
protagonisti dei reality show si atteggiano, influenzando a valori effimeri i
coetanei, a personaggi o star.
- "Stiamo vivendo un grande
passaggio d'epoca - si addentra sui Contenuti Nuccio Fava - Per cui c'è
da riflettere, non solo su quello che come Televisione dai: una televisione che
non sa educarci al gusto del bello..., ma anche sulla responsabilità etica di
quanto, come Televisione, sottrai alla coscienza critica, e alla valutazione
degli Italiani sul grande passaggio d'Epoca che stiamo vivendo. Iraq, torture,
sensazionalismi ...".
Passiamo a un altro settore e parliamo
di poesia.
- La Poesia è una forma di comunicazione che dà dei messaggi. Ci salva un
pò la poesia da questi reality show , dai falsi miti, e da certa esasperata
Informazione?
- "La poesia si salva sempre - ed eleva, il
capitolo a parte, Nuccio Fava -. La Poesia, misteriosamente, c'è. E c'è anche
una domanda di Poesia, se è vero che importanti Quotidiani fanno i supplementi
di Poesia. Questo è perchè c'è una Domanda, una richiesta di Poesia. E se del
resto tu rileggi oggi Leopardi, e non solo la poesia, quella tecnicamente tale,
ma rileggi le Operette Morali, tu trovi un giudizio sui gazzettieri e sulle
Gazzette, che è una valutazione davvero profetica di un grande poeta
apparentemente pessimista e chiuso a "L'Infinito "..." .
E
concludiamo, rimembrando Leopardi:
"La donzelletta vien dalla campagna,/ In
sul calar del sole...".
- Guarda come è descrittivo Leopardi, ci fa la cronaca. E' un Cronista,
Giacomo Leopardi, vero? .
- "Sì, Giacomo Leopardi è un collega
cronista".
Angela Battaglia