Marzo 2006
I
parchi, aree protette del Bel Paese -
di Federico Curatola
I parchi, aree protette del Bel Paese -
Al meeting del gennaio scorso a Cittanova in provincia di Reggio Calabria, erano presenti delegazioni dei parchi del territorio nazionale
_______________________________________________________________________________________________________________________L'Associazione Nazionale dei Comuni dei Parchi è stata istituita nel 2003 nell'ambito dell'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) al fine di riunire tutti i comuni italiani che, con il loro territorio, rientrano in un parco nazionale o in un'area protetta. Nel consiglio direttivo, costituito da diciotto membri, siedono tre rappresentanti tra i sindaci di ogni parco nazionale o area protetta. Il consiglio direttivo è l'organo che per conto dei comuni dei Parchi si interfaccia direttamente con il presidente della Repubblica, il ministro dell'ambiente, insomma con tutti i soggetti istituzionali di competenza, ai quali presentare proposte o esporre problemi per quanto riguarda l'ambiente e la sua tutela.
L’Associazione, in collaborazione con le Istituzioni pubbliche nazionali, regionali e locali, con la Federparchi, con l’Anci, con l’Unione Nazionale Comuni ed Enti Montani (UNCEM), con l’Unione Province Italiane (UPI) e con le associazioni e gli organismi che agiscono nel campo della tutela e della valorizzazione dell’ambiente naturale, opera per il perseguimento dei seguenti scopi: accrescere la consapevolezza nei soci dell’importanza del ruolo delle aree protette; rafforzare, anche attraverso la valorizzazione delle identità ambientali, storiche, culturali e sociali, il legame tra Enti associati e aree protette; potenziare il protagonismo dei Comuni e il ruolo delle Comunità dei Parchi e degli organismi a queste assimilabili per dare maggiore forza ed efficacia all’azione delle aree protette; favorire metodi di gestione dei Parchi improntati all’allargamento della democrazia e della partecipazione; garantire la vitalità dei Comuni dei Parchi con particolare attenzione ai Comuni più piccoli e alle frazioni; contribuire a promuovere la creazione del sistema nazionale delle aree protette; contribuire a elaborare una politica dell’Unione Europea per i parchi e per le aree protette ed infine curare tutti i problemi che investono i soci, ricercando le opportune intese con e tra gli organi degli enti di gestione delle aree protette e con gli organismi rappresentativi delle autonomie locali.
Gino Marotta, Michele Galimi, Tonino Perna
“Più partecipazione equivale a più diritti”, afferma nell’ambito del meeting svoltosi a Cittanova nel gennaio scorso Michele Galimi, Presidente dell’Associazione, che prosegue: “Vogliamo lanciare un forte appello al Ministero dell’Ambiente e al Parlamento per le comunità che vivono nelle aree protette del nostro Paese. La nostra associazione denuncia la mancata convocazione di un “Tavolo di confronto e raccordo tecnico e politico per le aree protette”. Più volte infatti il Presidente ed il Consiglio direttivo hanno sollecitato la convocazione da parte del ministro dell’Ambiente, del suddetto tavolo, al fine di garantire gli indispensabili momenti di partecipazione e democrazia nella definizione e gestione di decisioni delicate e difficili per le aree protette del nostro Paese.
L’Associazione ha inoltre chiesto al Governo e alle Regioni, per quanto di loro competenza, la piena ed effettiva applicazione di quanto previsto dall’art. 7 della legge 394 del 1991, finora sostanzialmente disatteso, che prevede la priorità nella concessione di finanziamenti per i comuni e le province, il cui territorio è compreso, in tutto o in parte, entro i confini di un parco nazionale o di un parco naturale regionale, per quanto riguarda interventi, impianti ed opere previsti nel piano per il parco (dal restauro dei centri storici al risanamento dell'acqua, dell'aria e del suolo; dalle opere di conservazione e di restauro ambientale del territorio fino alla promozione delle energie rinnovabili); lo stesso ordine di priorità è attribuito, per legge, anche ai privati, singoli o associati, che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità istitutive del parco nazionale o naturale regionale.
"Spero che si possa giungere a breve alla formazione di una Magna Carta dei comuni italiani dei Parchi, da portare al Presidente della Repubblica, anche con il supporto delle associazioni ambientaliste che hanno seguito con passione ed intelligenza le aree protette", ha sottolineato il presidente dell'Associazione Italiana dei Comuni dei Parchi Michele Galimi che pone l'accento anche su alcune priorità intorno alle quali l'Associazione, che continua a raccogliere l'adesione dei Comuni dei Parchi della Penisola, intende spendere il proprio.
"È urgente – ha proseguito Galimi - che tutte le Comunità dei parchi si dotino di un proprio budget per le attività di promozione, aggregazione, crescita culturale della Comunità medesima. Ed è ugualmente urgente che si arrivi, nella riforma della legge 394/91, con l'inserimento di una norma che riguardi l'elezione del Presidente dell'Ente Parco. Noi riteniamo, in base all'esperienza di questi anni, che sia poco democratico l'iter con cui si arriva alla determinazione del Presidente dell'Ente Parco. Se la legge assegna al ministro la nomina del Presidente, di concerto con la Regione di competenza dell'area, noi crediamo di avere almeno pari legittimità dell'istituto regionale ad esprimere un nostro parere vincolante”.
Nel Consiglio Direttivo dell’Associazione, oltre che dal Presidente Michele Galimi, il Parco Nazionale d’Aspromonte è rappresentato anche da Angelo Curatola, Sindaco di Bagaladi e da Silvio La Rosa, Sindaco di Canolo.Federico Curatola